Non è una novità che la Pubblica amministrazione sia in una situazione di grossa crisi in merito alla riscossione dei crediti.
Sia che si parli di crediti di parte corrente, come tasse Imu Tari, Tasi, Tosap, cioè la tassa per l’occupazione di spazi pubblici ma anche le entrate previste dalle multe stradali o dalle rette scolastiche, tema sempre più “caldo” in tutti i comuni italiani, il problema non cambia.
I dati sono forniti da Cerved, primario operatore italiano per l’analisi del rischio e la gestione del credito, che ha fatto un’attenta analisi dei bilanci. Un fenomeno in aumento, dunque, a cui sarebbe opportuno rispondere con strumenti dedicati, come la linea di servizi di supporto alla riscossione sviluppata da Cerved.
Insomma, praticamente si parla di quasi la metà del totale delle entrate (47%) che siccome non è stata incassata entro un anno ha un’alta probabilità di non venire incassata mai, perché più passa il tempo e peggio è.
Stando ai bilanci 2016, la situazione peggiore è nel Centro-Sud, ma non mancano problemi al Nord e soprattutto nelle metropoli. Come ovviare a questa situazione, che rischia di penalizzare sia i Comuni virtuosi, ma anche i cittadini più onesti, e attenti, all’interno di ogni comune?
La soluzione potrebbe essere quella di affidarsi a chi ha sviluppato strumenti e procedure dedicate che permettono di intervenire tempestivamente in via bonaria e stragiudiziale, recuperando tra il 30 e il 40% del denaro nell’arco di settimane o di mesi, mentre affidarsi alle cartelle esattoriali prevede un iter burocratico che fa passare in media 5 anni per arrivare a incassare non oltre il 5%. Questi 23 miliardi non riscossi, che rappresentano una seria carenza di liquidità per i Comuni, hanno altissime probabilità di tradursi in buchi di bilancio permanenti, con ricadute pesanti su tutti i cittadini.
I Comuni più virtuosi hanno cominciato ad accorgersene, con ottimi risultati in termini di costi e benefici.
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