La maratona del referendum costituzionale si è finalmente conclusa domenica sera e si è chiusa nel modo migliore, non perché abbia vinto il No, ma perché al voto hanno partecipato moltissimi italiani, che hanno riscoperto la voglia di andare a votare e di essere parte attiva nella vita del loro Paese.
Ma la cosa che mi è piaciuta di più è stata il discorso fatto da Matteo Renzi dopo la sconfitta: l’ho atteso fino a mezzanotte, ero proprio curioso di sentire che cosa avrebbe detto, come avrebbe giustificato la sconfitta, come si sarebbe arrampicato sui vetri. Avevo già pronti i tappi da infilare nelle orecchie per ripararmi dallo stridore delle unghie che scivolavano sulla parete liscia, invece sono rimasto a bocca aperta: “Ho perso, è solo colpa mia, per questo mi dimetto”. Questo ha detto, in sintesi, Renzi, con un discorso chiaro, pulito, senza nessuna ombra di sottintesi e di interpretazioni.
I detrattori di Renzi diranno che è ovvio che dovesse dimettersi, ma nella politica italiana, fino a domenica sera, non c’era nulla di ovvio. In tanti anni che seguo quest’arte, ho visto spesso acrobazie, interpretazioni, ragionamenti astrusi, incoerenze, ma non ho mai, proprio mai, sentito un discorso così pulito, lineare, coerente da parte di uno sconfitto. Grazie, Renzi, per quel bel discorso. Speriamo che quelle parole segnino una svolta, che siano da esempio anche per molti altri e che la politica italiana diventi, finalmente, coerente come dovrebbe sempre essere.
Piero Uboldi
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