Noi Italiani non amiamo molto i Francesi, sebbene li consideriamo nostri “cugini transalpini”. Non li amiamo perché hanno un carattere assai diverso dal nostro, sono molto nazionalisti, orgogliosi della loro Francia e un po’ superbi.
Però, se noi davvero non siamo superbi come loro, dovremmo avere l’onestà di ammettere che su certe cose i Francesi ci bagnano decisamente il naso. Un esempio? Gli scioperi.
I Francesi si sono arrabbiati perché il Governo Macron vuole attuare una riforma delle pensioni che prolungherebbe l’età lavorativa portandola grossomodo allo stesso livello che c’è in Italia.
I sindacati francesi hanno proclamato uno sciopero che è cominciato giovedì scorso, ed è uno sciopero serio, non come quelli che si fanno in Italia. E’ uno sciopero che potrebbe andare avanti addirittura fino a Natale.
Una nostra collega lo scorso weekend è stata a Parigi e si è trovata davanti una città semi paralizzata: metrò chiusi, treni fermi, autobus inesistenti, taxi con le tariffe raddoppiate, volo di ritorno in Italia annullato… Insomma, uno sciopero, lasciatecelo dire in modo un po’ volgare, “con i controcoglioni”. E si va avanti.
Noi non siamo qui a dire se quello sciopero sia giusto o no, siamo qui a scrivere che i Francesi sanno scioperare molto meglio di noi Italiani.
I nostri sindacati (disuniti, frammentati…) proclamano gli scioperi quasi sempre il venerdì, per una giornata sola, e ne proclamano così tanti (specie nei trasporti) che la gente non sa neppure più perché scioperano. E cosa ottengono?
Forse, e lo diciamo senza voler offendere nessuno, i nostri sindacati dovrebbero andare a prendere lezione dai colleghi francesi…
Piero Uboldi
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