La gente, soprattutto i giovani, legge sempre meno libri e sempre meno quotidiani. Si salvano solo i periodici locali, seppur sudando, poiché molte delle notizie che propongono non si trovano in rete.
Ma questa non è certo una consolazione, perchè leggere, informarsi ed essere cittadini consapevoli è la base della democrazia. L’articolo 1 della Costituzione recita “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.
Oggi, si sa, di lavoro ce n’è poco. E di democrazia? La mia impressione è che ce ne sia sempre meno.
L’altro giorno un collega mi diceva: “La gente oggi legge poco e non approfondisce più, è alla mercè di qualunque fanfarone che getta notizie superficiali, spesso molto parziali, a volte false, sui social e la gente ci crede, perché non ha voglia di andare a fondo. Ma così si va verso la degenerazione della democrazia!”. Io non posso che condividere quel pensiero: se la gente non approfondisce, è facile farle credere verità solo parziali o addirittura ingannarla. Basta che uno la spari grossa ed ecco che subito tanti altri “condividono” e la sparata diventa notizia (falsa).
Un sistema che, se manovrato bene, porta dritto a una dittatura inconsapevole. Oggi ci fanno credere che siamo più liberi perché, con la rete, ognuno può dire la sua, ma proprio questo ci rende meno liberi, perché tutti parlano ma pochi ascoltano, tutti scrivono ma pochi leggono. E quei pochi che leggono sono sempre molto più avanti degli altri.
Piero Uboldi
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