Alcuni giorni fa sono andato a Tabiano, una località vicina a Salsomaggiore un tempo famosa per le sue terme, per i suoi hotel e negozi. Oggi in certe vie appare una città fantasma: hotel chiusi, negozi abbandonati, strade vuote.
Però si vedono in giro parecchi richiedenti asilo. Tabiano ha 492 abitanti e ospita 120 profughi (tutti uomini, tutti giovani, neppure una donna, neppure un anziano) poiché tre albergatori hanno messo a disposizione i loro hotel, con buona pace degli altri che sfidano la crisi cercando di richiamare ancora i turisti.
Un giornalista della Gazzetta di Parma mi ha spiegato che gli albergatori che ospitano i profughi ricevono dallo Stato, per la loro gestione, 27 euro netti al giorno a profugo, ossia un milione e 182mila euro netti all’anno da dividere in tre.
A quel punto, non certo per razzismo ma perché ho una testa sulle spalle, mi sono chiesto: ma quanto spende l’Italia ogni anno per ospitare i richiedenti asilo?
Ebbene, ho cercato a lungo in Internet, ma una risposta certa non l’ho trovata, forse non esiste: c’è chi dice 885 milioni di euro all’anno, chi 1.162 milioni, chi 3,3 miliardi, chi dice cifre ben più alte.
Numeri lontanissimi tra loro. Ma perché non dirlo con chiarezza? Io non dico, come fa qualcuno, che sia giusto pensare prima agli Italiani senza casa nè lavoro che non ai profughi, perché sarebbe una guerra tra poveri, ma qui con la scusa dell’emergenza si sta gestendo una marea di soldi in modo che non mi pare chiaro.
Ho l’impressione che dietro a questa ospitalità ci sia chi (italiano) sta facendo tanti, tanti soldi e credo sia un diritto di tutti noi Italiani avere risposte precise, sapere quanti soldi si spendono, se ci sono controlli rigidi, se tali soldi vengono spesi davvero e sempre a fini umanitari o se non diventino a volte l'ennesimo contributo “a pioggia” a qualche furbo.
Piero Uboldi
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