E così siamo arrivati in fondo a un altro anno, il terzo anno disastroso di fila, forse addirittura il peggiore. Nell’ordine quest’anno abbiamo avuto la pandemia, la guerra, la drammatica crisi energetica, la crisi economica, l’inflazione alle stelle e per finire, per non farci mancare nulla, dicembre ci ha riservato un assalto influenzale senza precedenti e uno scandalo europeo che fa fare una figura miserrima all’Italia.
E io adesso dovrei augurare a voi e a me un 2023 migliore? Un anno fa scrivevo: “Incrociamo le dita per un 2022 migliore”, ma non è servito a nulla. Adesso preferisco restare muto. Il solo augurio che faccio è che quel criminale di Putin la smetta di massacrare il popolo ucraino, perché tanto non si arrendono. L’altro giorno chiedevo a un’amica ucraina che è appena stata nel suo Paese (vivendo una settimana con continui blackout) se il popolo è stanco di questa situazione, se qualcuno pensa di arrendersi.
Risposta: “No!”. No e basta, senza bisogno di aggiungere altro. Allora il mio unico augurio per il 2023 è che il criminale lo capisca e la faccia finita. Solo questo. Noi in un modo o nell’altro ce la caveremo, perché siamo Italiani, prima o poi i tempi migliori arriveranno.
Fate buone feste con le vostre famiglie, che sono la cosa più importante. Noi ci rivediamo in edicola il 6 gennaio.
Piero Uboldi
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