Una base a Paderno Dugnano, soldi riciclati nell’acquisto del Novara calcio e operazioni finanziarie per 100 milioni di euro con il traffico illecito di rifiuti. Ci sono 6 persone in carcere, 8 ai domiciliari e 4 sottoposti ad obbligo di dimora come conseguenza della maxi operazione condotta dal gruppo carabinieri per la Tutela ambientale e la transizione ecologica di Milano in collaborazione con l’Europol e la Polizia della Germania.
Quella che è stata portata alla luce è un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei delitti di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti.
Si trattava di rifiuti speciali costituiti da rottami ferrosi e altri rifiuti speciali pericolosi, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Black steel, operazione contro il traffico illecito di rifiuti
Gli arresti sono frutto di una complessa e articolata attività investigativa coordinata dalla Dda di Milano e denominata Black Steel, attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali controllo e pedinamento.
Punto di riferimento dell’associazione sarebbe M.R. un 56enne originario di Locri, titolare di imprese operanti in Italia e all’estero attraverso un’azienda di recupero, trattamento e commercio di metalli ferrosi con sede legale in Milano e sedi operative a Paderno Dugnano, oltre che a Cressa nel Novarese e Dairago, in provincia di Milano.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori avrebbe ripetutamente approvvigionato ingenti quantitativi di rifiuti ferrosi “in nero”, per un ammontare di 165mila tonnellate da altre società operanti nel campo del recupero di rottami o direttamente dal mercato clandestino, da soggetti non autorizzati o di provenienza furtiva), sul territorio nazionale.
Il marchingegno contabile messo in piedi dall’associazione prevedeva di riportare alla luce del sole i rifiuti ferrosi ottenuti in nero tramite acquisto da società tedesca sempre riconducibile a M.R.
A fronte di false fatture emesse dalla società tedesca, l’organizzazione avrebbe eseguito versamenti di consistenti somme di denaro (circa 90 milioni di euro), apparentemente a titolo di corrispettivo per gli acquisti (che si ritiene in realtà non siano mai avvenuti) dei rifiuti ferrosi.
Fino a 900mila euro al giorno prelevati in contanti
Avrebbe poi fatto rientrare in Italia le somme versate, dopo aver effettuato prelievi in contanti (anche fino a 900mila euro al giorno) presso i conti correnti in Germania o dopo averle “girate” su altri conti correnti riconducibili ad altre società di logistica ritenute fittizie, anche in altri Paesi, riconducibili sempre all’organizzazione.
Le somme venivano reimpiegate nel traffico illecito di rifiuti o, una volta “ripulite”, reinvestite in altre attività, tra le quali l’acquisto di una squadra di calcio, il Novara Calcio spa, militante in Serie C (ma che nel recente passato aveva visto anche la Serie A), poi rivenduta prima di essere sottoposta a fallimento.
Ad Arcisate 6500 tonnellate di rifiuti di cavi impregnati d’olio e catrame
Il sodalizio inoltre avrebbe gestito illecitamente considerevoli volumi di rifiuti speciali anche pericolosi, classificandoli fittiziamente al fine di mascherarne la reale natura e, omettendo l’esecuzione delle necessarie operazioni di recupero, li avrebbe avviati illecitamente presso discariche o impianti non autorizzati all’estero. Nel dettaglio, tra gennaio 2020 e marzo 2021, circa 6.500 tonnellate di rifiuti provenienti dal trattamento e recupero di cavi impregnati di olio, di catrame di carbone o di altre sostanze pericolose sarebbero stati ritirati da un impianto di trattamento rifiuti situato nel comune di Arcisate, nel Varesotto, e classificati fraudolentemente come “non pericolosi” (plastica e gomma), senza aver eseguito le prescritte analisi ovvero utilizzando certificati d’analisi falsi.
Ma dalle indagini spuntano anche operazioni poste in essere mediante l’intermediazione di una società gestita dallo stesso titolare e smaltiti illegalmente presso un impianto di un’altra società della Repubblica Ceca non autorizzata a ricevere o trattare rifiuti pericolosi.
Rubate rotaie dismesse in una stazione ferroviaria
Tra l’altro, nella medesima inchiesta rientrano anche i dipendenti dell’azienda con sede a Milano che il 5 gennaio 2023 sono anche stati denunciati per furto aggravato in concorso di rotaie dismesse all’interno di un’area di pertinenza di una stazione ferroviaria in provincia di Sondrio.
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