“Caro Lyam, sei volato in cielo. Spero possa esistere chi accoglie, ma su questo pianeta rimangono quelli che con superficialità credono che la vita sia un gioco”. Al parco Lago Nord stanno comparendo messaggi, poesie e fiori nel punto in cui mercoledì scorso è precipitata la Ford Focus travolgendo la famiglia del piccolo Lyam. Il bambino di appena 3 anni è morto venerdì pomeriggio dopo che per 48 ore ha lottato tra la vita e la morte all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. C’è anche un mazzo di fiori per lui con nastro tricolore, è quello donato dall’Amministrazione comunale: “Sono troppo forti in questo momento lo sconforto e la rabbia per quello che è accaduto, per una vita che si è spenta a un’età così tenera, per due genitori privati per sempre della gioia per il loro figlio. E tutta la nostra comunità si stringe al loro dolore”, scrivono dal Comune. E intanto il sindaco sta valutando di costituirsi come parte civile nel processo che inizierà a carico del 72enne alla guida di quell’auto impazzita.
Con il passare delle ore si è aggravata la sua posizione e sono emersi nuovi dettagli. L’uomo deve rispondere di omicidio stradale e guida senza patente con l’aggravante che il veicolo era sotto sequestro e privo di assicurazione. L’auto impazzita che è precipitata lungo la scarpata del parco dopo aver attraversato una zona vietata al transito era sequestrata. Non poteva viaggiare, né lui poteva mettersi alla guida. La Ford Focus doveva stare ferma dai primi di maggio, dopo che lo stesso 72enne aveva travolto fuggendo tre persone a Milano. Da qualche settimana viveva in auto, ma da quanto emerge dalle indagini non avrebbe mai conseguito la patente di guida. Inoltre emerge un altro particolare: il suo indirizzo di residenza coincide con quello del carcere di San Vittore. Al momento si trova ricoverato al Niguarda. L’incidente gli ha procurato lesioni da schiacciamento.
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