Aveva cercato conforto con un’avventura un po’ sopra le righe ma, al momento di “consumare” si è tirato indietro e per lui è cominciato l’incubo del ricatto.
Ha pagato un sacco di soldi per non far rivelare il suo segreto, poi ha chiesto aiuto ai carabinieri che hanno arrestato i suoi persecutori.
I militari della della Compagnia di Cantù hanno tratto in arresto in flagranza di reato, nei pressi del centro storico di Cantù, B.D., cittadino italiano classe 1978, residente ad Alessandria, e B.M.F., cittadino rumeno classe 1997, domiciliato a Monza, entrambi responsabili del reato di estorsione e resistenza a Pubblico Ufficiale.
Il provvedimento pre-cautelare è scaturito a seguito della denuncia sporta lo scorso 9 agosto 2018 a Cantù, presso gli uffici del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia, di un cittadino comasco il quale era diventato bersaglio di continue e ripetute richieste estorsive da parte dei due rei.
Più nello specifico, la vittima, in un momento di difficoltà dal punto di vista sentimentale, avrebbe reperito su un sito internet il contatto di una “accompagnatrice” transessuale, rivelatasi poi essere B.D. il quale, a seguito del successivo rifiuto del richiedente alla consumazione del rapporto sessuale, avrebbe preteso l’intera corresponsione pattuita. Da qui l’inizio del continuo ricatto.
Più somme di denaro, corrisposte dalla vittima ai suoi aguzzini, in cambio del silenzio di questi ultimi, che hanno insistentemente minacciato il denunciante di rivelare il loro “segreto” ai suoi familiari.
Continui esborsi di denaro che, in totale, nel periodo compreso tra il 5 e il 13 agosto hanno superato i 16 mila euro. Le minacce, giunte sia verbalmente sia attraverso messaggi “whatsapp” da entrambi i due soggetti (che peraltro alternativamente hanno riscosso le somme di denaro), si sono protratte, per l’appunto, fino all’ultima richiesta estorsiva, giunta nella serata del 13 agosto, quando, a seguito delle denuncia presentata da una vittima ormai esasperata è stata predisposta una mirata operazione condotta dai militari operanti. Blitz, ovviamente, giunto a corollario di una serie di accertamenti documentali e approfondimenti investigativi che hanno escluso qualsiasi dubbio circa l’entità del reato e le responsabilità dei due autori.
All’esito di tali approfondimenti, dunque, i militari operanti sono intervenuti presso il luogo concordato per l’appuntamento della consegna di denaro e, al momento dello scambio, hanno bloccato (dopo un’attiva resistenza opposta) i due rei traendoli in arresto e rinvenendo la somma di denaro appena ceduto dalla vittima.
Gli arrestati, all’esito di tutte le formalità, sono stati associati alla casa circondariale di Como in attesa di giudizio di convalida celebrato nella giornata di ieri: arresto convalidato per entrambi con misura cautelare in carcere applicata per il solo B.M.F. il quale si è assunto le responsabilità dell’intera vicenda.
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