E’ una storia a lieto fine quella dell’agnello Tommasina, salvata da due bambini e dai volontari dell’Enpa di Monza, l’ente nazionale per la protezione degli animali.
Due fratellini l’hanno trovata gravemente ferita e in fin di vita lo scorso 2 luglio. Erano stati incaricati dalla loro mamma di ripulire il loro orto in Brianza dalle erbacce. Tra i rovi notano un agnello ormai allo stremo.
Il giorno prima era passato da lì un gregge di pecore, probabilmente il cucciolo di appena un mese debilitato dal caldo torrido si è impigliato nei cespugli e non ha avuto la forza di seguire la madre e le compagne. Ma ha avuto tanta fortuna.
I fratellini contattano una volontaria dell’Enpa di Monza. L’agnellino viene portato in ambulatorio e inizia uno scrupoloso esame delle ferite. “Le lacerazioni lasciate dalla spine nei giorni precedenti avevano favorito numerose infestazioni di larve di mosca con depositi di pus“, spiegano i volontari dell’Enpa. “L’agnello, imbottito di antiinfiammatori e di antibiotici, riesce a succhiare anche pochi millimetri di latte di capra”.
Intanto le scelgono il nome: si chiamerà Tommasina, perché il giorno del ritrovamento era dedicato a San Tommaso. “Già nelle ore successive abbiamo notato un miglioramento. Le zone infette vengono ripulite dai veterinari presenti e inizia il periodo di riabilitazione con quotidiane medicazioni sulle ferite alternate a poppate sempre più abbondanti”, dicono dall’Enpa.
Un mese dopo il suo ritrovamento si può dire che Tommasina è fuori pericolo. “E’ aumentata di ben 5 chili, ha imparato a cibarsi anche di fieno e pascola sui prati del canile di via San Damiano”, concludono dall’Enpa. Ma cosa sarebbe successo a quest’agnello senza quella richiesta di ripulire dalle erbacce un orto in Brianza?”
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