Bollate, l’Arcivescovo Delpini allo Splendor per ricordare il giudice Livatino, ucciso dalla mafia.
“Sub Tutela Dei” è il titolo della mostra che vede come protagonista la vita del giudice Rosario Livatino, aperta a Bollate il 4 maggio, la cui presentazione si è tenuta la sera del 9 maggio al Cinema Splendor. Una data tutt’altro che casuale, poiché il 9 maggio è stato proprio l’anniversario della beatificazione di Livatino, ucciso dalla mafia a 38 anni nel 1990.
Per celebrare questa ricorrenza, la comunità bollatese ha accolto Monsignor Mario Delpini, Arcivescovo di Milano, l’avvocato Carlo Tremolada, curatore della mostra e la dottoressa Nicoletta Guerrero, Presidente Vicario del Tribunale di Genova per dialogare insieme sulla figura di Livatino e soprattutto per esplorare il rapporto tra fede e giustizia che è stato un caposaldo della vita del giudice e del suo lavoro.
Bollate, Delpini ricorda Livatino, ucciso dalla mafia: le sue parole
Nell’incontro della durata di quasi due ore, i relatori sono alternati, guidati dalle domande del moderatore, nel tracciare un ritratto dettagliato di questo uomo straordinario, secondo tre direzioni diverse: quella della figura storica, riportata dall’avvocato Tremolada, quella dell’uomo, raccontata dalla dottoressa Guerrero, che lavorò con lui in Sicilia, e quella del santo, analizzato dallo sguardo di Monsignor Delpini. Ed è proprio quest’ultimo che ha spiegato anche il significato del titolo stesso della mostra. “Sub Tutela Dei” significa infatti “sotto lo sguardo di Dio”, una scelta molto forte, secondo Delpini, perché sottolinea la grande fede che guidava Livatino. Come dagli scritti e dai diari dello stesso giudice, egli agiva vedendo l’uomo oltre il crimine, compiendo il suo lavoro con fermezza, ma senza perdere lo sguardo di carità che derivava dalla sua forte fede.
Monsignor Delpini ha poi voluto concludere dicendo che “Livatino è santo non perché ha fatto cose eroiche, ma perché è una possibilità da percorrere”, sottolineando così come, durante tutta la sua carriera, egli si sia focalizzato sulla sua missione, rispondendo ad essa secondo la morale cristiana e non focalizzandosi sulla sua vita terrena. Ne è seguito un breve e inaspettato intervento del comandate dei carabinieri di Bollate che, spinto da Don Alessandro, ha raccontato la sua esperienza in Sicilia proprio con Livatino. La presentazione si è poi conclusa, tra gli applausi del numeroso pubblico, con i ringraziamenti al sindaco e al comune e con una preghiera.
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