Ci sono voluti dieci anni per chiudere la causa intentata da una donna contro il Comune di Uboldo: caduta nei pressi del cantiere della nuova palestra, chiedeva 20mila euro di risarcimento ma i giudici del tribunale di Busto Arsizio le hanno dato torto.
L’incidente, che potrebbe costituire un precedente per questo genere di infortuni, risale al 2011. L’uboldese camminava vicino all’area dove si stava realizzando l’attuale palestra “Giulio Galli”, quando era caduta. Soccorsa da un’ambulanza, era stata trasferita all’ospedale con ferite attestate dal referto del pronto soccorso: un’abrasione a un ginocchio e una contrattura al piede che le procurava molto dolore.
Inizialmente la richiesta danni era stata formulata all’impresa costruttrice, ma essendo fallita la donna ha deciso di rivalersi sul Comune (cui la palestra era stata consegnata finita cinque giorni dopo l’infortunio). “In sede processuale la controparte ha chiesto un risarcimento di circa 20mila euro – spiega l’avvocato Fabio Meazza, che ha difeso il Comune – Il tribunale ha accolto la nostra tesi difensiva, respingendo la domanda risarcitoria”. Secondo la sentenza, la signora non avrebbe dovuto camminare presso il cantiere: sapendo che lì si stavano realizzando opere edilizie, avrebbe dovuto evitare rischi prestando più attenzione. “Per arrivare alla conclusione della vertenza sono state necessarie diverse udienze e prove testimoniali”, puntualizza il legale.
La municipalità non dovrà sborsare nulla, mentre tutte le spese processuali saranno pagate dalla donna, sfiorando gli 8mila euro.
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