Medici di base da Limbiate a Caronno Pertusella, com’è la situazione? Dopo averne parlato nel numero de ilnotiziario in edicola, siamo andati a vedere di persona. Qui sotto potete trovare anche le nostre videointerviste.

Medici di base, la situazione a Limbiate
Limbiate, lunedì mattina. Nell’ambulatorio medico di via dei Mille il telefono squilla senza sosta. Le segretarie prendono decine di appuntamenti e sistemano le ricette, i pazienti aspettano il proprio turno in fila, i medici visitano a ritmo serrato. La carenza dei medici di base ha radici lontane ma il problema si è acuito nei due anni di pandemia Covid: il 31 marzo terminerà lo stato di emergenza. Ma l’affanno di chi assiste quotidianamente migliaia di persone emerge ora con evidenza. “Ho accettato di seguire fino a duemila pazienti, oltre è impossibile”, racconta dott. Luciano Camerra, da quasi quarant’anni in ambulatorio. “A Limbiate eravamo 28 medici di medicina generale oggi siamo solo 15 perché chi è andato in pensione o si è ritirato non è stato sostituito”.
La situazione a Caronno
A Caronno Pertusella, la dott.ssa Silvia Dubini, giovane medico di medicina generale, assiste circa 1600 pazienti. Pochi giovani decidono di specializzarsi in un ramo soffocato da lunghe procedure burocratiche che ostacolano il supporto medico e umano alle esigenze di ciascun paziente. Il ricambio generazionale va a rilento e la carenza è destinata a peggiorare nei prossimi anni. Secondo i dati regionali all’indomani del varo della riforma della sanità regionale, la Lombardia conta oggi 5.919 medici di base, tra provvisori (423) e titolari (5.496). La carenza oggi è tra il 10 e il 15% ma è destinata ad aumentare nei prossimi anni quando oltre 2mila medici raggiungeranno l’età pensionabile. Entro il 2026 a mancare saranno quasi 3000 camici bianchi.
Alle istituzioni, regionali e nazionali, la categoria chiede risposte e un piano credibile per i prossimi anni. Sabato scorso, 500 medici di famiglia lombardi riuniti nel movimento “Coccarde Gialle” hanno manifestato a Milano. “Abbiamo condiviso un disagio comune, siamo pronti a scendere ancora in piazza perché il problema riguarda tutti”, dice la dott.ssa Tullia Mastropietro, medico di base nella bergamasca tra le organizzatrici della manifestazione.
Claudio Agrelli
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