A.L., la ragazza di 15 anni che era con Serafino Valentino Colia al momento del tragico incidente, è ancora in gravi condizioni all’ospedale milanese di Niguarda: ci è arrivata in elisoccorso, dopo che un furgone ha investito lei e l’amico suo coetaneo nella serata di lunedì 17, a Garbagnate.
Incidente a Garbagnate: morto Valentino Serafino Colia, 15 anni
Nell’incidente, Serafino è morto a seguito delle ferite riportate. Lei continua a combattere la propria battaglia per la vita, con diverse fratture, un trauma cranico e una prognosi che resta tuttora riservata.
L’investimento è avvenuto in via Kennedy a Garbagnate poco prima delle 23, lunedì 17 luglio: quando Serafino, l’amica e altri due giovani stavano attraversando la strada nei pressi dell’attraversamento tra il Siolo e Santa Maria Rossa. In quel momento sopraggiungeva il furgone di B.P., 32 anni, sprovvisto di patente ma munito di un tasso alcolemico risultato poi oltre il consentito. L’impatto è stato tremendo e nonostante i soccorsi, per Serafino non c’è stato nulla da fare.
Guida senza patente e in stato di ebbrezza
I carabinieri hanno arrestato il conducente del furgone, il 32enne di origine romena, che si è fermato dopo lo scontro e che è stato trasferito in carcere a San Vittore. Era senza patente e con un tasso alcolemico superiore a 1 grammo per litro, pari al doppio di quello consentito. Dalle successive indagini, come riporta Il Corriere della Sera, è emerso che era già stato denunciato diverse volte, a partire dal 2016, per guida in stato di ebbrezza e senza patente.
I militari che sono intervenuti sul luogo dell’investimento hanno ricostruito la dinamica, accertando che i quattro amici – su due biciclette – stavano tornando dalla gelateria. Valentino e la coetanea rimasta ferita, riporta sempre Il Corriere, stavano attraversando la strada sulle strisce pedonali quando il furgone li ha travolti. Gli altri due amici, che seguivano sull’altra bici, hanno fatto in tempo a fermarsi e sono rimasti illesi.
“Ubriaco e senza patente. Ogni volta rivivi la disperazione e pensi a questo mondo menefreghista dove confondiamo il crimine con la libertà. Il pensiero va a lui, a chi era con lui, ai famigliari e agli amici. Non si uccide una persona, sì uccide un mondo intero”, sono state le lapidarie parole di Luca Valdisseri, giornalista CorSera e marito della giornalista Paola Di Caro.
Lo scorso anno, il figlio Francesco fu investito e ucciso a Roma. Da quel momento i due portano avanti iniziative per l’educazione stradale. E rivivono il dolore di chi si trova catapultato in una tragedia così grande.
Redazione web
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