C’erano anche due volontaridi Limbiate a Gerusalemme durante i primi scontri che hanno sconvolto l’area Israelo-palestinese. Il medico Antonio Canazzo, oggi in pensione, e Aurelio Faverio, anche lui pensionato, si trovavano con un gruppo di 21 persone tra Betlemme e Gerusalemme all’interno di un’organizzazione di volontariato gestita da una congregazione di suore.
Volontari di Limbiate tra Gerusalemme e Betlemme costretti a rientrare in anticipo con aereo militare
“Io ero ospite a Betlemme in un orfanotrofio per bambini palestinesi all’interno del Progetto sorriso Crèche che si occupa di ospitare volontari da diversi anni” -spiega Aurelio. “Il mio gruppo, di cui faceva parte anche il dottor Canazzo, era di 14 persone, mentre le altre 7 erano ospiti a Gerusalemme”. Il gruppo era arrivato il 5 ottobre e da programma avrebbe dovuto rientrare il 17. Ma il precipitare della situazione ha richiesto una evacuazione anticipata con volo militare. Il gruppo di volontari italiani ha aiutato le suore nella raccolta delle olive in un campo che si trova in Israele, poco distante dal muro che divide dalla striscia di Gaza, territorio palestinese.
“Avevamo appena passato il ceck point per recarci all’interno degli uliveti che si trovano nella zona israeliana. Abbiamo sentito l’allarme antiaereo e abbiamo iniziato a vedere le esplosioni poco distanti da noi sugli insediamenti israeliani”. I volontari si sono avvicinati ad un albergo dove li hanno tranquillizzati.
“Non era per me la prima volta che andavo in questi territori -racconta Faverio- , non mi sarei mai immaginato una simile esperienza anche perché comunque la zona in cui eravamo era quella più turistica”. Una volta rientrati nell’istituto si sono resi conto della situazione leggendo le notizie online e hanno subito avvisato il Ministero degli Esteri italiano della loro presenza su territorio palestinese.
“Non c’era la possibilità di prendere altri voli, tutte le compagnie avevano smesso di viaggiare verso l’Italia. Inizialmente ci avevano detto di attendere il nostro volo il 17, ma da casa erano molto preoccupati perché si rendevano conto della situazione e hanno insistito, anche tramite il consolato che ringrazio, perché fossimo rimpatriati in anticipo”.
Con un volo militare sono rientrati mercoledì scorso. “La cosa che maggiormente mi ha impressionato è stata vedere Betlemme completamente deserta dopo lo scoppio dei primi missili. I palestinesi erano molto spaventati, le strade vuote e anche i negozi chiusi. Solo sporadicamente si vedeva qualche militante festeggiare per gli attacchi”. Difficile per loro anche la corsa verso l’aeroporto in pullman tra i check point israeliani che la Farnesina ha dovuto contattare più volte per chiedere il lasciapassare del gruppo.
Daniela Salerno
Clicca qui per la nostra edicola digitale
Per restare sempre aggiornato con le nostre notizie,
puoi iscriverti gratuitamente al nostro Canale Telegram
oppure per i nuovi video pubblicati puoi iscriverti al nostro Canale Youtube