Il corpo senza vita di Michele Garruto è rimasto sull’asfalto per più di 4 ore dopo il tragico incidente stradale di ieri pomeriggio a Saronno.
L’incidente in cui è morto il giovane parrucchiere di Solaro è avvenuto su una strada che attraversa tre comuni di tre province diverse. In poco più di 2 km si passa infatti da Saronno (Varese), Ceriano Laghetto (Monza e Brianza) e Rovello Porro (Como).
All’arrivo sul posto di Carabinieri e Polizia locale di Saronno, di fronte ad un caso così grave, si è creato il problema su chi dovesse operare sul fronte delle indagini di Polizia giudiziaria.
Oltre a 3 comuni e 3 province diverse infatti, la questione poteva riguardare 3 procure diverse (Busto Arsizio per Saronno, Monza per Ceriano Laghetto e Como per Rovello Porro). Aggiungiamo pure tre diverse compagnie di carabinieri, Saronno, Desio e Cantù.
Tutto questo ha portato ad evidenti ritardi nelle operazioni di rilievo e negli atti conseguenti.
Tra gli interventi, da segnalare quello di Francesco Facchinetti, volto noto dello spettacolo, amico personale del fratello di Michele, che oggi ha pubblicato un video in cui racconta la vicenda.
Francesco Facchinetti indignato per quanto accaduto a Michele Garruto
“Ieri purtroppo è morto il fratello di un mio amico, per un tragico incidente in moto su strada provinciale nei pressi di Saronno. E per un cavillo burocratico la salma è rimasta sull’asfalto dalle 12 alle 17, per cinque ore davanti ai famigliari. La salma si trovava in una zona di confine fra le province di Milano, Como e Varese e non sapevano qual era l’ambulanza di competenza per prenderla. Adesso la salma è a Busto Arsizio sotto sequestro, quindi il mio amico e i suoi genitori non possono neanche vederla fino a lunedì” -racconta Facchinetti.
Al netto di alcune lievi imprecisioni (l’incidente è avvenuto alle 13,10, la provincia di Milano non c’entra, sono Varese, Como e Monza e Brianza e la questione non era sull’ambulanza per rimuovere la salma) lo sfogo raccoglie tutta l’amarezza di Facchinetti per l’accaduto.
Facchinetti dopo quanto accaduto a Saronno: “In che paese siamo?”
“In che paese siamo? Un paese che ci obbliga a dare più del 50% di quello che guadagniamo e non ci tutela in nessun modo, che per un cavillo burocratico lascia un morto sull’asfalto per 5 ore e fa in modo che i famigliari non possano vedere la salma perché sotto sequestro. Siamo arrivati al tempo delle bestie. Spero che le autorità competenti sentano questo appello, e possano far vedere la salma al mio amico e ai suoi parenti”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il consigliere regionale della Lega Marco Colombo che si è detto intenzionato a fare chiarezza su quanto accaduto ieri pomeriggio sulla strada Sp31 bis, la bretella realizzata come opera complementare di Pedemontana che collega la Saronno-Monza con l’ingresso in Pedemontana a Lazzate.
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