Nessuno nacerà più all’ospedale di Saronno, ormai questa sembra essere la strada tracciata. Ma ci sono anche novità positive, almeno sulla carta, per lo storico ospedale di Saronno, per anni punto di riferimento di tanti comuni del circondario.
Un presidio h24 del 118 per il pronto soccorso (forse attivo già da settembre), un modello Saronno per le future case di comunità ma anche la rassicurazione della copertura dei turni della rianimazione fino a settembre e la mancata al momento e difficile in futuro riattivazione del punto nascita.
Ospedale di Saronno, confronto tra i consiglieri regionali Monti e Astuti
Sono le novità principali emerse dal primo incontro organizzato da Radiorizzonti e da ilSaronno per avere le risposte sul presente e futuro dell’ospedale di Saronno. Protagonisti di questo primo appuntamento Emanuele Monti presidente della commissione Sanità e il consigliere regionale Samuele Astuti.
Saronno, in ospedale riattivati reparti telemedicina, neurologia, reumatologia
Tra le principali novità in arrivo una postazione fissa del 118 h 24 al pronto soccorso in piazzale Borella “la vorremmo fare entro la fine dell’anno. Speriamo già tra settembre e ottobre” ha spiegato Monti. “Entro fine anno si creerà uno spazio per la segreteria Avis e per allargare le unità di raccolta sangue. Ci saranno una serie di riattivazioni come quella della telemedicina, della neurologia e della reumatologia.
Questi ed altri servizi torneranno entro fine anno speriamo prima come la degenza ad alta rotazione riattivata dal 5 aprile con 6 posti letto”.
Problema anestesisti all’ospedale di Saronno
Sulle necessità dell’ospedale per tornare ai livelli pre Covid l’intervento di Astuti: “Il tema irrinunciabile è riuscire a mantenere un reparto di anestesia forte. Senza questo, non c’è il pronto soccorso e quindi non c’è ospedale. E’ stato scongiurato il ridimensionamento fino a settembre grazie ai medici che sono rimasti a Saronno. Ovviamente serve che questo reparto resti aperto con maggior tranquillità e sicurezza anche dopo settembre. Serve ridare slancio e caratura all’ospedale”.
Astuti è tornato più volte nel corso dell’intervista sulla necessità di coinvolgere l’ospedale di Saronno ma anche l’Amministrazione comunale nel progetto dell’ospedale unico: “Se no c’è il rischio che resti un ospedale periferico”. Sul fronte della carenza di personale Monti, dati alla mano, ha spiegato come coi prossimi bandi per tecnici e infermieri al presidio di Saronno si conti di tornare ai livelli del 2019 quindi pre covid. Al momento mancano 19 infermieri e 5 tecnici “ma gli iscritti agli ultimi bandi fanno ben sperare che si trovi una soluzione a questa tematica”.
Perchè non riaprirà il punto nascite a Saronno
Per l’area medica mancano 15 unità. “La Asst Valle Olona ha perso maggior numero di medici in Lombardia – ha replicato Astuti – finché non si costruisce una prospettiva per l’ospedale, c’è un problema di inattrattività per l’ospedale. Oggi al presidio di Saronno manca una vocazione, un perché. Abbiamo bisogno di nuove prospettive va fatto da qui a settembre, non da qui a tre anni”.Dalla serata emerge chiaramente l’assenza di una possibilità di riattivazione del punto nascita: “Questa è una riflessione che va calata in un ambito più ampio – ha spiegato con schiettezza Monti – In Italia nascevano 800.000 bambini anni fa, oggi la metà. Mancano le politiche di nascita. Questa non è una scelta politica, ma di sicurezza: per la mamma e il nascituro servono un minimo di 500 parti all’anno. È superato il concetto di punti nascita, quello che serve è un percorso ostetrico del preparto. Spero non si faccia ideologia su questi temi. Il tema è fare nascere i bimbi in sicurezza”.
“Credo che ci siamo giocati il punto nascita col Covid – ha sintetizzato Astuti – e del resto non vedo nemmeno l’accompagnamento pre e post parto a Saronno. Abbiamo bisogno di ricostruire una credibilità su questa attività: mi auguro vengano creati dei percorsi seri”.
Non solo punto nascite a Saronno, il problema del pronto soccorso pediatrico
E il pronto soccorso pediatrico? “È una parola che significa tutto e niente. Già prima della pandemia i bimbi non erano presi in carico in Saronno: i casi gravi devono andare in ospedali di riferimento. I casi meno gravi non richiedono differenza tra bambino e adulto”. Reduce dall’inaugurazione a Lonate Pozzolo, Monti fa il punto della situazione a Saronno: “La città avrà due case di comunità, un impegno regionale che abbiamo preso sei mesi fa. Un’idea moderna e vincente è quella di distinguere via Fiume con attività sanitaria e quella di via Stampa Soncino con un ruolo amministrativo. Penso che questo spazio sia una saggia scelta: è un luogo accessibile, in centro saronno già in possesso della Asst. Fossi nel sindaco, sarei contento. A livello regionale la soluzione Saronno è stata reputata interessante al punto da volerla replicare in altre città medio-grandi”. Insomma le nubi che da tempi i saronnesi vedono sul futuro dell’ospedale si stanno diradando?
“Sono sette anni che sento che Saronno va tutto male, ma l’ospedale è ancora aperto – ha concluso Monti – Ci sono gli investimenti, c’è l’attenzione e c’è impegno. Poi ricordiamo che i fondi arrivano da Roma”. “Beh sulla situazione del presidio di Saronno Regione Lombardia deve prendersi le proprie responsabilità. Non sono pessimista, ho raccontato i fatti. Ci sono cose che non vanno ma ho anche raccontato cosa si può fare per intervenire e migliorare le cose”.
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