Il Comando provinciale di Milano della Guardia di Finanza, ha eseguito su ordine del Gip del Tribunale di Milano un sequestro preventivo di oltre 779milioni di euro nei confronti di Airbnb Ireland Unlimited, la piattaforma per gli affitti brevi di case e appartamenti. Nell’inchiesta della Procura di Milano per evasione fiscale risultano indagate tre persone che hanno rivestito cariche di amministrazione all’interno del gruppo, tra il 2017 e il 2021.
Airbnb per la Procura avrebbe dovuto agire come sostituto d’imposta
Si tratta di una vera e propria svolta impressa dallo Stato Italiano nei rapporti con la società leader mondiale nella gestion degli affitti brevi. La questione è relativa al versamento della cosiddetta “cedolare secca”, la tassa che si deve pagare per i proventi da canoni di locazione, attualmente del 21% e che la manovra finanziaria intende innalzare al 26% dal prossimo anno.
Airbnb ha sempre sostenuto di non essere titolata a versare la tassa allo Stato, come sostituto d’imposta, (cioè per conto dei proprietari degli immobili affittati). Ma lo Stato italiano ha invece chiesto ulteriori interpretazioni sul decreto del 2017, regolamenta la questione ottenenedo pareri favorevoli sia con una sentenza della Corte di giustizia europea sia con sentenza del Consiglio di Stato italiano. Per questo è scattato il provvedimento del Tribunale di Milano.
In 4 anni in Italia affitti per 3,7 miliardi di euro con Airbnb
L’indagine riguarda il periodo 2017-2021, per il quale è stata quantificata una evasione pari a 779.453.912 di euro. In quello stesso periodo infatti, la piattaforma Airbnb ha gestito affitti brevi di immobili italiani per un totale di 3,7 miliardi di euro. Le indagini, effettuate dal Nucleo tributario della Gdf di Milano, sono state portate avanti nel corso del 2022 e del 2023.
“La verifica fiscale -si legge nel comunicato diffuso dalla Procura della Repubblica di Milano – ha fatto emergere che la società non ha ottemperato agli obblighi introdotti dall’articolo 4 del dl 50/2017, sottraendosi alla dichiarazione e al versamento, in qualità di sostituto d’imposta, di ritenute di ammontare pari all’entità del sequestro ottenuto dal Gip, calcolate in misura del 21% sui canoni di locazione breve per 3,7 miliardi relativi al periodo 2017-2021 dagli ospiti delle strutture ricettive pubblicizzate dalla piattaforma. Gli importi sono stati successivamente retrocessi ai proprietari degli immobili, al netto della commissione per l’utilizzo della piattaforma digitale”.
Le tasse sugli affitti brevi dovrebbero essere state pagate dai proprietari di ogni singolo immobile, ma non c’è certezza che questo sia avvenuto per ciascun immobile affittato. Per questo l’azione del Tribunale di Milano rappresenta una vera rivoluzione perché stabilisce che Airbnb da dovrà subito versare le tasse allo Stato italiano.
La replica di Airbnb sull’inchiesta del Tribunale di Milano
Una interpretazione che però non convince per nulla la società che sulla vicenda ha diffuso la seguente nota: “Airbnb Ireland ha in corso una discussione con l’Agenzia delle Entrate dal giugno 2023 per risolvere questa questione. Siamo sorpresi e amareggiati dall’azione annunciata dal procuratore della Repubblica lunedì. Siamo fiduciosi di aver agito nel pieno rispetto della legge e intendiamo esercitare i nostri diritti in merito alla vicenda”.
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