“Sono veramente maestri da cui imparare i cani che arrivano dal ‘niente’, che vengono reclusi a pochi mesi e lasciati marcire in condizioni illegali per anni, che vengono salvati e si ritrovano da adulti, se non addirittura da anziani, a essere proiettati in un mondo sconosciuto che è ‘troppo’ per loro: vanno trattati con rispetto e comprensione”. A descrivere la loro esperienza sono i volontari del rifugio “Una luce fuori dal lager” di Uboldo, che hanno la pazienza, la costanza e il coraggio per mettersi in gioco e affrontare un lavoro pesante.
Cani terrorizzati, che non conoscono la luce del sole
“Ci vuole conoscenza vera – spiegano – perché devi saper riconoscere che cane hai davanti, mentre è completamente avvolto dal terrore, dall’inesperienza totale: questi cani non sono abituati neanche alla luce del sole. La maggior parte delle persone, anche fra quelle che coi cani lavorano da tanti anni, non sanno neanche di cosa parliamo: non hanno mai visto un cane così oppure lo hanno visto e non l’hanno capito”.
Volontari che si sacrificano sempre criticati
Tante volte vengono riempiti di critiche i volontari, coi canili e rifugi invasi da tirocinanti con lo zainetto sulle spalle e il quaderno degli appunti: “Ma prima di dire non c’è speranza, non è adottabile, oppure mettere in piedi lavori assurdi non commisurati alle doti del cane che abbiamo davanti, o suggerire che è patologico e va fatto visitare da un veterinario, pensiamoci, perché quella che abbiamo davanti è una vita. I cani, soprattutto i ‘figli del niente’, andrebbero trattati coi guanti di velluto e sentirsi onorati di avere a che fare con loro, senza regalare le briciole del nostro tempo perché non ci facciamo pagare: dovremmo pagare noi per quello che ci insegnano”.
Serrata la difesa dei volontari: “Quando ne avete uno davanti, ricordatevi che, se anche non ha il curriculum, ha una cosa che voi non avete: il coraggio. Tutti i giorni. Quando li salva, quando li cura, quando è stanco, quando li vede ammalarsi e morire e si condanna per non avere trovato una casa in tempo. Il lavoro coi cani è la forma di amore più grande c’è”.
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