Valanga in Val Formazza nel pomeriggio di oggi, morta Vanessa Gatti, 30enne di Turate, insieme a un altro escursionisa di Arluno.
Valanga in Val Formazza: morta Vanessa Gatti
È di due morti, il bilancio della valanga in Val Formazza nel Verbano-Cusio-Ossola. Attorno a mezzogiorno di oggi, domenica 7 gennaio, è scattata l’emergenza in vetta. Tra il lago del Toggia e il passo San Giacomo, si è staccato l’ammasso nevoso che ha travolto i due ciaspolatori. Le vittime sono Roberto Biancon, di professione osteopata di 53 anni, nato a Legnano e residente ad Arluno e Vanessa Gatti, impiegata di 30 anni, residente a Turate, dove è arrivata un paio di anni fa, dopo aver vissuto a Origgio. L’allarme è stato lanciato dai guardiani della diga che hanno assistito alla tragedia a circa 2.200 metri di quota non lontano dal confine con la Svizzera.
Il corpo trascinato dalla neve nel lago
Dopo ore di ricerche da parte del soccorso alpino sono stati individuati i corpi senza vita dei due ciaspolatori. Nell’attività si sono mobilitati decine di uomini, il loro lavoro è stato reso particolarmente difficile anche dal forte vento. Hanno ritrovato il corpo di Roberto Biancon, all’interno della massa nevosa di un metro e mezzo. Invece, sono stati i cani da valanga a individuare quello di Vanessa Gatti, la 30enne di Turate, morta nella valanga in Val Formazza. La slavina l’ha trascinata sino all’interno del lago del Toggia. I due ciaspolatori si trovavano in montagna per qualche giorno di vacanza con le rispettive famiglie. Risulterebbe disperso anche il cane della coppia.
Il bollettino di Arpa e il pericolo valanghe
Nelle scorse ore, l’Arpa – l’Agenzia regionale per l’Ambiente – aveva emesso un bollettino di allerta per il rischio valanghe. “Da ieri il vento è stato da moderato a forte. I nuovi accumuli di neve ventata possono subire un distacco in seguito al passaggio di un singolo appassionato di sport invernali. Sono previste valanghe asciutte di medie e di grandi dimensioni. La neve fresca degli ultimi due giorni così come gli accumuli di neve ventata che hanno raggiunto un certo spessore devono essere valutati con attenzione al di sopra dei 2.200 metri circa».
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