Là dove c’era un’area industriale abbandonata…domani ci sarà un museo. Una luce tiepida filtra dalle finestre rotte, per terra abbondano calcinacci e rottami impolverati, un odore acre di bombolette spray riempie l’aria.
Ed ecco che nella parete in fondo spunta una copia esatta del “Davide e Golia“, dipinto realizzato nel 1607 dal pittore bolognese Guido Reni. L’ultima opera di Ravo – al secolo Andrea Mattoni – street artist di Varese conosciuto in Italia e all’estero in particolare in Francia, è dedicata alla lotta contro il Coronavirus. «Il quadro di Reni affronta una tematica ricorrente nella storia dell’arte con il piccolo Davide che sconfigge il gigante Golia. – spiega mentre mostra un visore di “realtà aumentata” che utilizza per la progettazione – In questo caso però ho voluto esprimere un incoraggiamento a tutte le persone che stanno combattendo, che hanno perso qualcuno o che sono in prima linea negli ospedali».
La lotta al virus prosegue a tutto campo con la campagna di vaccinazione mentre ieri l’Italia ha superato la barra delle 120mila vittime dall’inizio della pandemia. La Lombardia, come altre regioni, lentamente prova a ritornare alla normalità e anche la cultura riparte con la riapertura progressiva di cinema, teatri e musei. «L’arte in tutte le sue forme può aiutare ad alleviare le ferite. – dice Ravo – C’era un meme che girava sul web durante il primo lockdown che chiedeva cosa fare immaginandosi un mondo senza cinema e arte. Non avremmo più avuto nulla da vedere! Ecco, l’umanità senza l’arte non potrebbe esistere».
Dal “Bacio” di Francesco Hayez a Comabbio al “Suonatore di Liuto” di Caravaggio a Gemonio, dal “Quadro delle tre mani” a Leggiuno al “Fanciullo con canestro di frutta” ad Angera: negli anni l’artista italo-svizzero ha realizzato decine di opere con bombolette spray decorando le pareti spoglie di edifici pubblici della provincia di Varese con le copie di famosi dipinti. Il mese scorso ha voluto omaggiare il personale sanitario impegnato nella lotta al Covid dipingendo su una parete dell’Ospedale di Circolo di Varese la copia del “San Sebastiano curato da Irene” del pittore caravaggesco francese Georges de La Tour. In attesa della riapertura completa delle mostre al pubblico e dopo la guarigione dal Covid che lo ha tenuto in quarantena, Ravo riprende in mano le bombolette spray per la prossima opera, un altro “ponte immaginario” tra la storia dell’arte e il presente.
E pensando ad un quadro che rappresenti il dopo pandemia rivela: «Probabilmente realizzerei ancora un altro dipinto di Davide contro Golia. Questo virus è microscopico ma in realtà è un gigante (come Golia) che ci ha quasi schiacciato. Ma sono sicuro che noi tutti siamo Davide e alla fine gli “taglieremo la testa”».
Claudio Agrelli
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