Il Comune di Caronno Pertusella vuole acquisire due box confiscati alla mafia per destinarli ai veicoli della Protezione civile: la giunta del sindaco Marco Giudici ha approvato nei giorni scorsi la relativa manifestazione d’interesse, preso atto della nota trasmessa dalla Prefettura di Varese “per la destinazione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata, che insistono nel territorio delle regioni Lombardia e Piemonte”.
Box confiscati alla mafia, nel futuro c’è la Protezione civile
Visionato l’elenco dei cespiti presenti nel comune di Caronno, due box di via Manzoni che possono essere acquisiti per finalità istituzionali, sociali e economiche con vincolo di destinazione a beneficio della comunità locale, l’esecutivo ha deciso di candidarsi per l’assegnazione: si tratta di due box confiscati alla mafia.
L’obiettivo, come illustrato nella manifestazione d’interesse, è utilizzarli come ricovero dei mezzi del Gruppo comunale Volontari di Protezione Civile. Un sodalizio cresciuto molto negli ultimi anni, che ha un parco veicoli molto ampio e ha sempre bisogno di ricoverarli in posti sicuri, non all’aperto. E’ stato pertanto deciso di inviare all’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata la propria manifestazione d’interesse, sperando nell’assegnazione dei beni immobili. Adeguatamente formata e dotata di mezzi, attrezzature ed equipaggiamenti, la ProCiv caronnese aderisce alla Colonna mobile della Provincia di Varese: è il dispositivo operativo che interviene in caso di emergenze su attivazione della Provincia. Rivelatasi preziosa durante la pandemia, quando i volontari si sono spesi per aiutare le persone confinate a casa, la Protezione civile interviene in caso di alluvioni del Bozzente e altre calamità naturali, oltre a fare campagne informative fra la popolazione.
Spazi confiscati alla mafia, i precedenti a Caronno
Non è la prima volta che il Comune rileva immobili confiscati alla mafia. Anni fa era stata acquisita una villetta in via Nino Bixio, destinata alla mediazione familiare: gestita da una cooperativa specializzata nel sociale, opera come “spazio neutro” per gli incontri fra genitori separati e figli, nonché per colloqui con gli psicologi, terapie singole o di gruppo. L’abitazione, un villino a schiera, non è di grandi dimensioni: ci sono un piano terra con una piccola cucina, un soggiorno, un bagno e un piano rialzato mansardato con due locali. Spazi che sono stati ristrutturati in modo da renderli adatti al nuovo uso.
Redazione web
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