E' stata una mattina di passione, quella di oggi venerdì 13 settembre, per la viabilità della trafficata via Bergamo di Caronno Pertusella: gli operai della Riva Acciaio si sono mobilitati, bloccando a più riprese auto e mezzi pesanti, per protestare contro la cessazione dell'attività dello stabilimento caronnese e la messa in cassa integrazione, legati al blocco dei cespiti e dei conti correnti disposto dalla procura di Taranto per trovare i fondi necessari alla bonifica dell'Ilva. Gran parte dei 165 dipendenti, gridando slogan davanti a giornalisti della carta stampata e della televisione, sono arrivati addirittura a bloccare i tir che arrivavano dall'estero per depositare materie prime. Poi, quando il clima si è fatto più incandescente, si sono seduti in mezzo alla carreggiata davanti alla loro fabbrica e, più tardi, hanno bloccato l'arteria a senso unico alternato rallentando così la viabilità. "Non possiamo tollerare che la nostra sede e quelle di 1500 nostri colleghi vengano chiuse dal provvedimento di un gip senza tenere conto che proprio noi abbiamo aiutato l'Ilva nei momenti più difficili – contestano – E' paradossale, oggi, che proprio noi che abbiamo prodotto profitto dobbiamo chiudere mentre da qualche giorno la Ilva ha ripreso il suo ciclo di produzione".
Sul fronte sindacale, ieri c'è stato un incontro al Ministero dello Sviluppo economico. Unica garanzia, per ora: la cassa integrazione. Ma la lotta e i presidi continueranno, a Caronno come altrove, per ottenere il dissequestro dei beni e degli impianti con la ripresa dell'attività.
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