In ritiro con la Nazionale a Formia (LT), Lorenzo Perini, atleta di Saronno , campione italiano nei 110 metri ostacoli, si racconta a Il Notiziario e traccia un bilancio di fine anno: dal lockdown alla vittoria ai campionati Italiani.
• Lorenzo, come ricorderai questo 2020, l’anno della pandemia che ha messo in difficoltà anche il mondo dello sport?
Lo ricorderò senza dubbio come un anno “particolare”. Abbiamo vissuto un momento storico che ci ha rallentati: in primavera ci siamo dovuti fermare con gli allenamenti per un mese e mezzo, senza saltare ostacoli e senza poter toccare la pista. Mi sono arrangiato facendo palestra con qualche peso nel giardino di casa, non è stato facile tenersi in allenamento, soprattutto dal punto di vista psicologico. Con tutto quello che stava accadendo fuori durante la prima ondata noi sportivi ci siamo sentiti un po’ inutili. Personalmente poi quest’anno ci sono stati alti e bassi, momenti belli come la laurea a pieni voti (in Odoiantria) ma anche brutti come la perdita di mio nonno a causa del Covid.
• Come è stata la ripresa degli allenamenti dopo il lockdown?
Ci siamo concentrati sugli obiettivi di stagione rimasti dopo che molti appuntamenti internazionali, come gli Europei e le Olimpiadi, erano stati rimandati. Dopo lo stop è stato difficile riprendere il ritmo ma devo ringraziare il coach, Giorgio Ripamonti che, con un programma mirato, ci ha fatto recuperare il tempo perso senza troppi effetti collaterali.
• Ai Campionati Italiani Assoluti di Padova è arrivata la vittoria nei 110 metri ostacoli con 13.58, soddisfatto?
Vincere agli Assoluti è stato bello e significativo, tra l’altro è curioso aver vinto nei 110 metri ostacoli in occasione della 110° edizione del campionato con la maglia del pettorale col numero 110.
• Qual è il tuo obiettivo principale per il prossimo anno?
Resta il sogno, difficile ma non impossibile, di partecipare all’Olimpiade di Tokyo. Il rinvio di un anno dei Giochi è stato un duro colpo soprattutto per gli atleti più “anziani”, per altri invece, in fase crescente, ha costituito un’opportunità da cogliere. Ammetto di avere in testa questo obiettivo, molto dipenderà dalle qualificazioni e dal piazzamento nel ranking mondiale. L’anno prossimo ci sono anche gli Europei indoor, per il momento confermati, lo svolgimento dipenderà dall’evoluzione della pandemia con la campagna di vaccinazione. L’obiettivo principale resta comunque quello di superare il mio record personale di 13 e 46 raggiunto l’anno scorso.
• Quale consiglio daresti agli atleti più giovani, a chi tra loro è scoraggiato ad allenarsi a causa delle restrizioni o del rinvio delle gare?
Dico che non bisogna mai farsi prendere dallo sconforto, anche in situazioni uniche come questa. Lo sportivo è stato creato e plasmato per reagire a determinate avversità. Occorre fare attenzione con le misure anti-contagio ma si può continuare a fare sport, anche a livello individuale. All’Osa Saronno hanno reagito bene, sin da subito, alle restrizioni: per quanto possa sembrare strano vedere i piccoli atleti correre allo stadio con la mascherina, distanziati, è la dimostrazione che da parte di tutti, bambini, genitori e allenatori c’è una gran voglia di fare sport. Lo sport può superare tutti gli ostacoli, compresa una pandemia.
Claudio Agrelli
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