Qualcuno per settimane aveva sostenuto che fosse solo un progetto fumoso quello di far rinascere l'Fbc Saronno, costruito senza basi solide; altri invece ci avevano creduto e avevano sognato fino in fondo che la nuova dirigenza riuscisse nel suo intento. Ieri notte, però, l'epilogo, che non si limita a decretare la non rinascita del Saronno Fbc, ma rischia di avere, come effetto collaterale, anche la morte della Gallaratese. Si è infatti dimesso in blocco il gruppo saronnese che era entrato a guidare la Gallaratese, con l'obiettivo di portarla a giocare a Saronno. Il Comune saronnese non aveva concesso per quest'anno lo stadio sostenendo che mancavano documentazioni indispensabili, solide basi del progetto (in particolare quelle economiche, fondamentali per dare garanzie come avviene per ogni concessione di un bene pubblico) e per questo aveva rimandato tutto all'anno prossimo. La squadra avrebbe dovuto per un anno giocare a Gallarate e nel frattempo si sarebbe potuto costruire con calma il suo arrivo a Saronno. Invece stanotte, a sorpresa, un comunicato ha annunciato le dimissioni in blocco dei saronnesi entrati a guidare la Gallaratese e la sua non iscrizione al campionato Figc, accusando l'Amministrazione saronnese di aver trovato solo cavilli per non concedere lo stadio cittadino.
Ma è sicuramente una questione che va approfondita per capire se si tratti davvero solo di cavilli o se il rispetto delle regole abbia imposto questa scelta, così come va capito perchè la nuova compagine non avrebbe potuto vivere un anno di transizione giocando a Gallarate con l'occasione di dimostrare la solidità del proprio progetto.
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