E’ una storia paradossale ed emblematica quella di cui è suo malgrado protagonista Giuseppe Di Trinco, a Limbiate; una storia che mostra fino a che punto possa arrivare il disinteresse degli enti pubblici per il proprio patrimonio (che è quindi patrimonio di tutti): fino al punto da rendere impossibile la vita di un cittadino, la cui sfortuna è proprio quella di avere per “vicino di casa” il Comune.
Il pensionato limbiatese che non sa proprio più che strada prendere per far valere i propri diritti. Già qualche anno fa, avevamo già raccontato la sua vicenda proprio sulle pagine de “il notiziario”, per provare a smuovere l’Amministrazione comunale, davanti ad una vicenda che ha dell’incredibile. “Da allora nulla è cambiato- spiega Giuseppe Di Trinco- e sono qui ancora a chiedere il vostro supporto perché non so in che altro modo fare, non ho soldi da investire in avvocati e in periti e vorrei solo che si rispettasse la mia proprietà”.
Giuseppe Di Trinco vive in via Valgardena 25 a ridosso di uno stabile comunale che, lentamente ma inesorabilmente, sta cadendo a pezzi. Ciò che ogni giorno Di Trinco teme è che anche la sua casa possa crollare, “portata via” dallo stabile di proprietà dell’Amministrazione sempre più precario e pericolante, che è però appoggiato agli stessi muri. Qualche anno fa i vigili del fuoco erano intervenuti a causa di alcuni crolli e anche una stanza del signor Di Trinco era stata definita inagibile. La struttura comunale venne rinsaldata con alcuni piantoni, ma la precarietà è continua e lo stato di degrado in cui verte assolutamente evidente anche a non esperti.
Basta fare un giro nell’appartamento di Di Trinco per notare la muffa alle pareti che al contatto con la struttura fatiscente continuano a deturparsi. “Ciò che temo di più è il tetto- continua Di Trinco- perché se dovesse cadere dal lato del Comune porterebbe con se anche parte di casa mia dove oggi abita mia nipote”. Di Trinco, nel tempo si è anche premurato di proporre delle soluzioni: ha proposto al Comune di vendergli lo stabile decrepito, di permutarlo con uno dei suoi terreni, di buttarlo giù definitivamente, ma di risposte concrete non ne ha mai ricevte. La sua vicenda sembra molto simile a quella degli abitanti di via 25 aprile, dove una parte di corte era crollata e aveva messo in difficoltà anche la parte di un residente che faticava ad accedere alla sua struttura. Allora il Comune aveva detto che trattandosi di uno stabile privato non poteva intervenire, ma questa volta Di Trinco rischia di perdere l’agibilità di casa sua per colpa dell’incuria in cui verte uno stabile comunale. “Vivo di una pensione di circa 800 euro, non so più come portare l’attenzione su questo stabile. Il rischio che possa accadere una tragedia è molto alto e non vorrei trovarmi nella situazione in cui un crollo possa ledere mia nipote, i suoi figli o me stesso. Il Comune deve intervenire”.
Siamo entrati ancora una volta nella proprietà comunale che confina con quella di Di Trinco, abbiamo scattato immagini che sembrano riprese dopo un bombardamento: ci chiediamo se non sia arrivato il momento in cui sia direttamente il sindaco o qualche assessore (o magari tutti insieme) a dover effettuare personalmente un sopralluogo in via Valgardena 25, per comprendere l’urgenza di un intervento, tra l’altro proprio mentre si lavora all’approvazione del Piano del Governo del Territorio con cui si dovrebbero incentivare i proprietari al recupero di vecchi immobili: è ora che il Comune cominci a dare l’esempio.
Daniela Salerno
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