Bollate, la campionessa olimpionica di softball Elisa Cecchetti si racconta al Notiziario.
Elisa Cecchetti, bollatese, è un vanto del softball e dello sport italiano, atleta olimpionica premiata per i suoi meriti sportivi e sociali nel settembre del 2021 in Comune dal Sindaco Vassallo, con una regalo da parte di tutta la cittadinanza e l’onore di scrivere una dedica alla città tra le firme dei grandi personaggi passati da Bollate. Il Notiziario l’ha intervistata per capire che cosa significa lo sport per lei e che messaggio vuole dare alle giovani bollatesi.
Elisa, ci racconti qualcosa di lei…
“Gioco per il Bollate Softball 1969, club in cui sono cresciuta. Anche per la stagione 2024 vestirò la maglia dell’Mkf di cui sono Capitano. È stato un anno impegnativo: con Bollate non abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo prefissati fermandoci alla vittoria della Regular Season senza arrivare a giocarci le Italian Softball Series.
È stata comunque una stagione importante in cui abbiamo rafforzato il nostro gruppo e giocato dell’ottimo softball in alcuni momenti. Non vediamo l’ora di scendere in campo la prossima stagione per aggiungere uno step a quanto è stato fatto di buono quest’anno. Con la Nazionale ho giocato la qualificazione ai Mondiali in Friuli. Il mondiale è uno degli appuntamenti per me più importanti della prossima stagione 2024. Si giocherà ancora in Italia (Friuli) e non vediamo l’ora di scendere davanti al nostro pubblico e regalare qualcosa di davvero bello al nostro paese. Tutto questo con un occhio a Los Angeles 2028: softball/ baseball sono appena stati re-inclusi nel programma olimpico di LA ed è un mio sogno riuscire ad esserci dopo Tokyo. Voglio inoltre ringraziare il Centro Sportivo Esercito, di cui faccio parte e che mi supporta costantemente nella mia carriera e nel raggiungimento dei miei obiettivi sportivi”.
Rapporto con il Bollate Softball?
“Il Bollate Softball è la mia casa, la mia famiglia. Ho iniziato a giocare a softball a 4/5 anni e da allora ho sempre vestito i colori di questa società. Ho viaggiato molto e fatto esperienze all’estero grazie al nostro sport ma c’è sempre qualcosa di magico nel tornare a casa e giocare a Bollate. Il Club sta investendo molto nella nostra squadra e ho tanta voglia di continuare a lavorare sodo per aggiungere ancora qualche trofeo alla collezione della società”.
Quando è nata la passione per il softball e qual è stata l’emozione più forte che le ha regalato?
“Ho iniziato a frequentare il campo da softball da quando ero molto piccola perché mia sorella e le mie cugine giocavano già a Bollate. Ricordo ancora il giorno in cui Guido Soldi mi ha messo un guantone in mano per la prima volta e da quel giorno non l’ho mai più tolto. Amo fare sport in generale, amo competere e amo lavorare giorno dopo giorno per un obiettivo. Il softball mi permette di fare tutto questo e di avere il lavoro più bello del mondo: fare l’atleta.
È difficile scegliere solo il momento più emozionante di tutti, allora ne scelgo tre: il primo è indossare la maglia dell’Italia ogni volta ed emozionarsi come la prima quando sento l’inno nazionale suonare, abbracciata alle mie compagne. Rappresentare l’Italia e il movimento del softball ai Giochi di Tokyo è stato l’onore più grande della mia vita. Il secondo è scendere in campo per la società in cui sono cresciuta: vincere la Coppa dei Campioni a Bollate nel 2019 è stato uno dei miei momenti preferiti. Il terzo è condividere tutto questo con la mia famiglia: io, Lara e Greta (Cecchetti) abbiamo giocato insieme per tanto tempo e abbiamo avuto l’occasione questo ad Agosto di giocare le ultime partite prima che Lara si ritirasse (con Caronno per la Winner’s Cup 2023) di fronte ai nostri genitori, zii, nonni… vederli tifare per noi tre insieme per un’ultima volta è qualcosa che non dimenticherò mai”.
Come può crescere il movimento softball in Italia? Cosa consiglia alle giovani giocatrici?
“Penso che sia la domanda da 1 milione di euro. Credo che la presenza costante del nostro sport ai Giochi Olimpici sia il primo passo per far crescere il movimento. Sia per ragioni economiche che per visibilità. Inoltre vedere giocatrici come Greta Cecchetti, Erika Piancastelli e Marta Gasparotto giocare nelle leghe professionistiche giapponesi e americane è uno stimolo per le bambine. Billie Jean King ha detto “and if you see it, you can be it” – se lo vedi, lo puoi essere.
Ognuno di noi deve puntare sempre più in alto non solo per questa generazione di giocatrici ma soprattutto per le prossime. Il mio consiglio per le giovani giocatrici è quello di essere ambiziose ma di supportare queste ambizioni con il lavoro quotidiano senza aspettare che qualcuno lo faccia per loro. “Siate voi gli artefici del vostro destino”.
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