Bollate, Sara e il “miracolo” del donatore di midollo.
Sara Calzavacca ha appena compiuto quarant’anni. Qualche anno fa le fu diagnosticato un linfoma di Hodgkin. Passo per passo ha condiviso attraverso i social la sua storia scrivendo anche un libro, “Il vizio dell’infelicità – La storia del linfoma che provò a farmi fuori” edito da Bookabook, trasformando la sua esperienza in un messaggio di speranza per gli altri. Grazie alla ricerca e ad un donatore compatibile al 100%, Sara ha sconfitto il terribile male che l’aveva colpita; un percorso lungo e non facile, proprio durante i mesi di pandemia con gli ospedali al collasso e tanta paura che il suo corpo, fragile e delicato, potesse contrarre il Covid.
Ma tutto per fortuna è andato bene e ancora una volta la giovane ha voluto condividere questo momento scrivendo un nuovo libro, questa volta di poesie, edito da Transeuropa, dal titolo “Altrettanti giorni più uno”.
Durante questi anni difficili Sara ha sempre cercato di sensibilizzare le persone attraverso l’Associazione Donatori Midollo Osseo (Admo) diventando una portavoce nonché membro del consiglio direttivo. Da sempre la bollatese ha desiderato conoscere il suo donatore, pur sapendo che vige l’anonimato, ma la sua determinazione l’ha portata a provarci lo stesso. “Qualche mese fa in forma anonima tramite il mio ospedale, ho scritto una poesia per il mio donatore chiedendo di fargliela recapitare – ci racconta Sara – e dopo qualche tempo, inaspettatamente, mi hanno recapitato la sua risposta”. Nella sua poesia Sara parla al donatore, gli chiede cosa l’ha spinto a donare, se ha scelto d’istinto e se lo farebbe ancora.
“Tanti giorni ti penso e realizzo stupita, che pur non conoscendomi, mi hai donato la vita, è grazie a te se posso ancora ridere, piangere litigare, sono viva. Hai donato al mio mondo l’alba di un nuovo giorno”, recita una parte della poesia. “Non mi aspettavo una risposta invece è arrivata, mi scrive che ha realizzato il senso della donazione”, racconta Sara. E con t inua Sara a raccontare quello che l’anonimo donatore le ha scritto: “Mi chiedi se lo rifarei? Sempre! – scrive lui – Mia figlia era piccola, quando le diagnosticarono la leucemia e degli angeli con il camice bianco l’hanno guarita. Non abbiamo volto, non abbiamo un nome, abbiamo la felicità”, scrive il donatore.
Sara ha voluto condividere questa bellissima storia per sensibilizzare tutti ad iscriversi nelle liste Admo. Per essere ammessi al registro donatori di midollo osseo, occorre avere tra i 18 e i 35 anni, avere un peso corporeo di almeno 50 kg e non soffrire di una patologia escludente. Per qualsiasi informazione www. admo.it. “Mi rivolgo a chi non si è ancora tipizzato, non serve il coraggio, ma il buon senso”, conclude Sara.
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