Vito Clericò, il magazziniere che anni fa, secondo le prime due sentenze di Tribunale uccise Marilena Re, la decapitò e seppellì il corpo nel suo orto di Serenella, mentre gettò la testa in un sacchetto tra i rifiuti della via Biscia, continua a far parlare di sé, sebbene si sia suicidato in carcere poco meno di un anno fa, sebbene stesse ancora attendendo l’esito del processo in Cassazione.
A riportare all’attenzione della cronaca le tristi vicende del Clericò è il processo per l’aggressione che Vito subì nel carcere di Busto Arsizio il 21 novembre del 2017, quando si trovava in cella insieme a Roberto Guaia, il muratore di Gela condannato a vent’anni (con patteggiamento) per aver ucciso due dei suoi figli e averne poi posto i cadaveri sul letto, abbracciati tra loro.
Il tutto per vendicarsi nei confronti della moglie che aveva chiesto il divorzio.Un tipo poco raccomandabile quel Guaia, che però aveva ricevuto una condanna più mite rispetto a Clericò (che invece è stato condannato all’ergastolo) poiché al muratore era stata riconosciuta la semiinfermità mentale.
Dato che aveva commesso il duplice omicidio nel 2004, tra un paio d’anni sarebbe tornato libero. Ma adesso dovrà restare in cella per sei mesi in più proprio a causa dell’aggressione a Clericò del 2017.
Che cosa accadde realmente in quella cella del carcere di Busto? La verità è emersa al processo, che si è concluso pochi giorni fa con la condanna a sei mesi del Guaia. Vito aveva subito delle pesanti avances dal Guaia, che lo costrinse a spalmargli una crema sulle parti intime, poi di scatto cercò di abbassare i pantaloni al Clericò con un chiaro intento di violenza sessuale, che però non andò a buon fine poiché Vito si oppose.
Nei giorni successivi Clericò scrisse ciò che era accaduto in una lettera diretta al suo avvocato, ma il Guaia riuscì a leggere ciò che Vito stava scrivendo in cella e così si infuriò, aggredì il garbagnatese con un piatto metallico con cui mangiano i detenuti e lo picchiò al punto da farlo finire all’ospedale.
Clericò rimase diversi giorni in ospedale, mentre Roberto Guaia fu trasferito al carcere di Pavia. La denuncia fece cominciare il processo, che non si è interrotto neppure con il suicidio in cella di Vito Clericò.
La Giustizia è andata avanti lo stesso ed è arrivata nei giorni scorsi a condannare il Guaia a sei mesi aggiuntivi di carcere, sentenza emessa dal giudice Rossella Ferrazzi.
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