Gli sversamenti rinvenuti nel parco degli Alpini sono più consistenti ed estesi di quello che si poteva sinora immaginare. Sì, la situazione sulla scia della procedura di messa in sicurezza di emergenza (Mise) si è rivelata più critica del previsto. E l’amministrazione comunale per farvi fronte ha deciso di allargare gli approfondimenti sull’intera area e di elaborare un piano di caratterizzazione per poter eseguire ulteriori indagini funzionali alla bonifica.
Arese, Parco degli Alpini: indagini e poi la bonifica
Le indagini al Parco degli Alpini di Arese, a seguito degli sversamenti, diventa improcrastinabile. La condizione per poter poi mettere mano alla predisposizione del piano di bonifica da definire in accordo con gli enti preposti al controllo in materia ambientale.
Da qui l’incarico per 10.894,60 euro alla società Maeco Srl per effettuare le indagini necessarie e completare le attività tecniche necessarie per avviare la bonifica dell’area interessata e il confronto con Arpa, Ats e Città Metropolitana. Si tratta di individuare i punti d’indagine sulla base della ricostruzione storica del sito e delle criticità riscontrate, nonché di identificare la presenza di rifiuti riconducibili alla tipologia del materiale rimosso con le precedenti bonifiche, di verificare lo spessore residuale di rifiuti ancor presenti e la funzionalità dei piezometri esistenti.
Il parco di Arese resta inaccessibile al pubblico
Interventi necessari per mettere in sicurezza il parco, che intanto resta inaccessibile al pubblico per garantire la massima tutela dell’igiene e della salute pubblica. Le criticità riscontrate rendono a questo punto plausibile la correlazione della sostanza di colore nero fuoriuscita dal terreno in forma viscosa e semisolida con la presenza della cava Molino su cui è stato ricavato il parco.
I materiali a base di catrame risalgono alla fine degli anni ’60, mentre la bonifica negli anni ’80 del secolo scorso. I residenti della zona più avanti negli anni ricordano tuttora che qui c’era un grande lago nero in cui nel corso dei lavori di bonifica è caduta una ruspa sino a essere sommersa dalle acque e si è dovuto fare ricorso a una gru per recuperarla.
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