BOLLATE – Mercoledì 19 ottobre allo Splendor di Bollate si svolgerà l’assemblea generale dei soci di Unacoop per votare il bilancio 2015. Sarà un momento importante di confronto tra il Cda e il Comitato soci, che appaiono su posizioni molto distanti rispetto alla crisi in cui si trova la cooperativa edilizia nata dalla fusione di Urbanistica Nuova e L’avvenire.
Il Notiziario ha intervistato il presidente del Cda di Unacoop, Antonio Serravillo, per cercare di capire come stiano realmente le cose. Il Comitato Soci, di fronte a tale intervista, ci ha inviato una sua presa di posizione. Pubblichiamo qui di seguito sia l’estratto dell’intervista a Serravillo sia la posizione espressa dal Comitato Soci.
L’INTERVISTA A SERRAVILLO
Signor Serravillo, come mai si è arrivati a questa situazione di crisi e di mancanza di liquidità?
“Il primo motivo è l’invenduto che si è creato, dovuto alla crisi del mercato. Poi, sempre a causa della crisi, sono sorti anche problemi sugli affitti, perché ci sono famiglie in difficoltà che non riescono più a pagare puntualmente. Il terzo motivo è che, sempre a causa della crisi, c’è stata una forte richiesta di restituzione del prestito sociale: siamo riusciti a restituire quasi un milione, poi siamo andati in difficoltà. Per questo abbiamo chiesto ai soci di rimborsare in tempi più lunghi”.
Ma voi non dovevate garantire sempre una disponibilità del 20-30% di liquidità per i soci?
“Certo, e noi questa liquidità l’avevamo, ma la forte richiesta che è sorta l’ha esaurita e, se non si riescono a vendere gli appartamenti costruiti, non si riesce a reintegrarla!”.
Perché è per voi importante che mercoledì il bilancio di Unacoop venga approvato dai soci?
“Perchè l’approvazione del bilancio è funzionale a dimostrare alle banche e ai creditori, ma soprattutto a Serenissima Sgr, che abbiamo ottemperato regolarmente alle leggi”.
Ci può spiegare il Piano industriale che intendete portare avanti, se il bilancio viene approvato?
“Il Piano industriale 2016-2020 prevede tre punti: 1) Conferire al fondo di Serenissima beni per un valore di 41 milioni in appartamenti finiti ma invenduti, gravati da 29 milioni di mutuo che si accollerebbe il fondo, in cambio di 6 milioni in obbligazioni con cui poter ristabilire una certa liquidità. 2) A Unacoop rimangono beni per 16 milioni non gravati da mutui e beni inalienabili per 12 milioni che producono circa 800mila euro all’anno di affitti e che andrebbero anch’essi a sostenere la liquidità. 3) Un accordo di riservatezza per giungere alla fase finale della trattativa”.
Qualcuno però non è d’accordo…
“Sì, e così un gruppo di soci ha fatto partire un’iniziativa per sfiduciare il presidente e il Cda”.
Hanno raccolto le firme?
“Sì, so che è in atto una raccolta di firme, hanno il diritto di farlo, lo prevede lo Statuto: se raccolgono le firme di un decimo dei soci, possono portare l’Ordine del giorno in assemblea. I soci sono 4.400, per cui dalle voci che circolano il numero potrebbe essere raggiunto”.
Dunque mercoledì l’assemblea potrebbe votare anche quell’ordine del giorno?
“Lo statuto prevede che il Cda, di fronte a un’iniziativa del genere, ha 90 giorni di tempo per convocare un’assemblea, anche perché si deve controllare la regolarità delle firme. E al momento le firme non sono state ancora consegnate”.
Qual è l’alternativa che propone chi non è d’accordo con voi?
“Lunedì 3 a Milano è stata fatta un’assemblea organizzata dai comitati che stanno raccogliendo le firme. Ho saputo che è intervenuto il presidente regionale del settore abitazione di Lega Coop (di cui Unacoop non fa più parte da qualche anno. Ndr). Lì pare sia emersa la proposta di una procedura concorsuale concordata col giudice per arrivare ad far avere ai soci risparmiatori il 30% del risparmio sociale che hanno versato. Però ci tengo a dire che queste sono voci che mi sono state riferite. So però che l’anno scorso il Collegio sindacale voleva andare a un concordato al 10%, proprio come è successo alla Urbanistica Nuova di Varese”.
Scusi, ma una procedura concorsuale non garantirebbe di più lei e il Cda, dal punto di vista legale, piuttosto che l’operazione con Serenissima?
“Certamente, ma io penso al risparmio dei soci, anche la mia famiglia ha il risparmio lì. La procedura concorsuale prevede un bilancio di liquidazione che dà una valutazione molto più bassa del patrimonio rispetto a quella reale; inoltre i beni inalienabili non esisterebbero più, per cui diminuirebbe la capacità di restituire le risorse. Si vende tutto, prima si sistemano i debiti verso le banche, l’erario e i fornitori, ma i soci risparmiatori arrivano per ultimi. La Nuova Urbanistica di Varese, come ho detto, con la stessa procedura è arrivata al 10%, noi puntiamo a garantire tutto il risparmio sociale! Tra un progetto con Serenissima che mi tutela tutti i 15 milioni e una liquidazione che restituirebbe solo una minima parte del risparmio sociale, cosa si dovrebbe scegliere?”.
Ci spieghi meglio: che vantaggio porterebbe l’accordo con Serenissima?
“Noi abbiamo circa 70 milioni di euro in beni, inclusi i contratti di vendita già sottoscritti, e questa è la nostra forza. Il vantaggio è che Serenissima si prende gli immobili invenduti accollandosi anche l’esposizione in mutui verso le banche e i costi finanziari che gravano. Poi ci darebbe la liquidità necessaria dando la possibilità di tutelare il risparmio sociale”.
I risparmiatori potrebbero prelevare subito tutti i 15 milioni?
“No, questo l’abbiamo sempre detto: li rimborseremo tutti, ma con gradualità”.
I comitati però vi accusano, oltre che di mancanza di liquidità, anche di sperpero e bilanci in rosso…
“Il Cda ha risposto a quelle accuse con una dettagliata lettera aperta chiarendo che la liquidità arriverà dall’operazione con Serenissima, che nel 2015 il bilancio chiude con un rosso di soli 165mila euro, meno del costo di un appartamento, che i debiti sono in calo e neghiamo con forza che ci siano stati sperperi”.
Perchè avete acquistato quel terreno in Toscana con le vigne?
“E’ bene chiarire che quello non è uno sperpero, ma un investimento. L’idea era di sviluppare delle attività e venderne quota parte, poi non è andata così, ma il terreno c’è ancora e c’è chi è interessato ad acquistarlo”.
C’è anche chi pensa abbiate fatto investimenti finanziari sbagliati…
“La nostra cooperativa non ha mai fatto investimenti di natura finanziaria, mai! Al contrario, e lasciatemelo dire, le uniche svalutazioni finanziarie sono state causate da partecipazioni che ai tempi avevamo nelle società di sistema Lega Coop. E ci sono i documenti a dimostrarlo”.
Ma il buco di bilancio c’è o non c’è?
“Unacoop da sempre è certificata e le società di certificazione hanno sempre dettagliato che i debiti scritti in bilancio sono quelli reali, per cui non c’è nessun buco”.
Insomma, situazione tesa e un appuntamento molto importante quello di mercoledì pomeriggio allo Splendor per capire il futuro di Unacoop.
LA POSIZIONE DEL COMITATO SOCI
Questa invece la posizione del Comitato soci espressa da Massimo Pasetti, Roberto Pennati ed Egidio Sangregorio.
“Antefatto
La crisi di liquidità non è cosa recente come si tende a far credere. La crisi del mercato edilizio non ha impedito al Presidente della Unacoop Antonio Serravillo Graci di iniziare la costruzione di 100 nuovi appartamenti in Novate rimasti invenduti che si sono assommati all’invenduto già cospicuo di 80/100 appartamenti costruiti in precedenza. L’acquisto incomprensibile dei terreni in Toscana, terra lontana da quelle in cui abitualmente opera la Cooperativa, sempre in vendita ma mai venduti, che ha aggravato la situazione patrimoniale, si inquadra e trova giustificazione solo nella logica di chi ha inteso la Cooperativa di edilizia sociale come un’impresa di costruzione fatta rischiando il risparmio dei soci. Un minimo di buon senso avrebbe evitato la voragine dell’esposizione con le banche e il prosciugamento del risparmio sociale iscritto a bilancio per 16.017.607 euro e non 15 milioni come riportato nell’articolo, superando il limite legale per la raccolta del risparmio. Dire che la restituzione dei soldi ai soci avverrà in tempi lunghi, senza quantificare, è cosa molto grave e non rispettosa, in particolare verso i soci anziani che non possono attingere al proprio risparmio nel momento più fragile della loro vita.
La contestazione
La corrente a cui si fa riferimento è nata con il Comitato dei soci che vogliono tentare di salvare la Cooperativa condotta verso il fallimento da chi in questi anni l’ha amministrata male: il Presidente, il Vicepresidente e il C.d.A.
La situazione è delicata
Al risparmio delle famiglie non hanno pensato: l’hanno solo usato e sperperato, dal momento che non c’è più.
L’intervista
È vergognoso attribuire, da parte del Presidente, alle “famiglie in difficoltà” le mancate entrate degli affitti: una cospicua parte dei canoni di locazione non entra nelle casse della Cooperativa perché sotto sequestro preventivo per debiti verso fornitori che hanno vinto cause contro Unacoop. L’approvazione del bilancio con la cessione di parte del patrimonio a Serenissima SGR garantisce solo le banche e non porterebbe a Unacoop nulla di spendibile nell’immediato. I 6 milioni di obbligazioni offerti da Serenissima rientrano nelle disponibilità di Unacoop solo al termine della durata del fondo chiuso (5/8 anni).
La sfiducia al Presidente giunge tardiva perché ci siamo sempre fidati. I soci hanno compreso la reale situazione non solo perché non sono più riusciti ad avere i propri soldi ma anche perché Unacoop, che amministrava gli stabili dove i soci sono anche condomini, ha lasciato debiti ingenti nei confronti dei fornitori, i cui interventi erano già stati pagati dai soci. Le firme si stanno raccogliendo perché Antonio Serravillo Graci e gli altri del C.d.A non hanno avvertito nessun obbligo di parlare coi soci e spiegare la situazione, né hanno avvertito l’obbligo morale di rassegnare le dimissioni di fronte al disastro gestionale compiuto e descritto nelle relazioni del Collegio sindacale, che ha ammonito esplicitamente i soci a non votare il bilancio perché “la tensione finanziaria ha fatto venir meno la continuità aziendale”. La stessa PKF, società di revisione bilanci, pagata da Unacoop, scrive: “A causa degli effetti connessi ai rilievi e incertezze a-b-c-d descritte nel precedente paragrafo, non siamo in grado di esprimere un giudizio sul bilancio d’esercizio chiuso al 31 dicembre 2015 della Unacoop”. E più avanti: “A causa dei possibili effetti connessi alle incertezze di cui al paragrafo ‘Incertezze e rilievi’ non siamo in grado di esprimere un giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione con il bilancio d’esercizio della Unacoop Cooperativa Edilizia al 31 dicembre 2015”.
Questi sono riscontri (verificabili da chiunque consultando il sito internet di Unacoop) e non parole”.
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