Serafino Valentino Colia, semplicemente Valentino, semplicemente un ragazzo di 15 anni con una voglia matta di scherzare e di giocare a basket: un volto e un nome dietro a una storia di cronaca, a una tragedia come quella che l’ha portato via per sempre lungo una strada a scorrimento veloce di Garbagnate, sua città, dove transitava il furgone guidato da un 32enne senza patente e con alcol in corpo.
Valentino Colia e il basket nel ricordo di Koeman
Valentino amava il basket, una passione che gli aveva in parte trasmesso il suo “vecchio” allenatore, Alessio Allegri. Uno che al nome aveva anteposto il soprannome, Koeman. Che oggi basta menzionare per ricordare quella che è stata a sua volta la tragica fine che ne ha accompagnato il destino: morto a 37 anni su un campo da basket per un problema cardiaco, poche settimane prima di diventare padre.
La simpatia e l’allegria di Valentino, morto investito a Garbagnate
Valentino e Koeman, due storie diverse ma accomunate da una partenza prematura. E troppo crudele. Valentino alla pizzata in memoria di Koeman ci doveva andare, lui che aveva anche toccato da vicino la recente iniziativa promossa dall’associazione nata grazie alla moglie di Alessio, Claudia, insieme a mamma Valeria, papà Fabrizio e al fratello Matteo. Oltre che da tutti gli amici che da sempre ricordano Koeman anche attraverso tante iniziative sociali e sportive sul territorio.
Il ricordo di Valentino dei Salesiani e della D’Andrea
Il ricordo di Valentino passa anche dalle parole dai Salesiani di Arese: “Valentino aveva concluso poche settimane fa il secondo anno del corso per operatore meccanico nel nostro Centro di formazione professionale. Ragazzo solare, appassionato al settore che aveva scelto, molto bravo nella programmazione a controllo numerico, non perdeva occasione di giocare con i suoi amici in ogni ricreazione.Mentre ci stringiamo nel dolore alla sua famiglia e ai suoi cari, lo affidiamo a don Bosco e al Signore perché lo accolgano in Paradiso”.
Di Valentino tutti sottolineano l’allegria, l’educazione, lo humor. Accezioni positive che stridono e amplificano le parole che accompagnano questo momento: strazio, incredulità, disperazione. Tornava da una vicina gelateria, lunedì sera, quando il furgone del 32enne senza patente ha incrociato la sua strada verso un futuro che a 15 anni è fatto solo di cose belle da pensare, immaginare e inseguire.
Aveva finito da poco finito lo stage in D’Andrea, a Lainate, con brioche e pasticcini per ringraziare dell’esperienza. Uno dei pochi stagisti educati, rispettosi, che sanno stare al loro posto, sono le parole filtrate da lì. “Era una gioia, un bravissimo ragazzo”, ha raccontato a Il Corriere della Sera un vicino di casa, prima di allontanarsi in lacrime. Le stesse che insieme alla famiglia ora anche tanti suoi coetanei scopriranno di saper versare, per una vita spezzata in quell’età in cui si dovrebbe poter pensare solo a un gelato o alla pallacanestro.
Redazione web
Clicca qui per la nostra edicola digitale
Per restare sempre aggiornato con le nostre notizie,
puoi iscriverti gratuitamente al nostro Canale Telegram
oppure per i nuovi video pubblicati puoi iscriverti al nostro Canale Youtube