Nel sito Internet corriere.it c'è una pagina su cui sono riportati le foto e i profili di 44 donne. 44 fino a ieri mattina, speriamo non siano diventate 45 nel tempo in cui il notiziario è andato in stampa. Speriamo di no, perché sono i profili delle donne ammazzate dagli uomini in Italia nel 2016. Ormai ci siamo tutti abituati alla parola “femminicidio”, quasi non ci facciamo più caso, eppure questa è una piaga drammatica e sempre vicina alla nostra vita, come dimostra la vicenda dei giorni scorsi a Paderno Dugnano, dove un uomo ha investito con l'auto la sua ex. Un uomo debole quell'investitore, perchè chi ammazza una donna che ha deciso di lasciarlo o che lo ha tradito è un uomo fragile che ha paura di affrontare la vita, è un uomo insicuro e frustrato che si vergogna, che non sa reagire, che non è capace di voltar pagina.
Eppure, in questo quadro di miseria culturale, qualcosa di positivo c'è, per fortuna. A raccontarcelo è la statistica: il numero dei femminicidi in Italia è tra i più bassi d'Europa e in costante calo, forse perchè gli uomini stanno ricominciando a usare il cervello. 179 donne uccise nel 2013, 152 nel 2014, 128 nel 2015 e ora 44 dopo quasi metà anno. E' un dato importante, ma noi tutti uomini dobbiamo ricordare che, finché ci sarà anche solo un uomo che ammazza o picchia una donna, per noi sarà sempre una sconfitta. Mai usare violenza su una donna, mai.
In molte circostanze, per quanto dolorose, la reazione più efficace può essere l'indifferenza.
Ma bisogna esserne capaci, bisogna essere uomini veri.
Piero Uboldi
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