Una volta, quando ero giovane, mi piaceva andare al Conservatorio di Milano ad ascoltare concerti di musica classica.
Mi sedevo sempre nelle ultime file, mi piaceva la musica, ma soprattutto l’ambiente, perché mettendosi in fondo all’enorme auditorium si era circondati da giovani musicisti che sceglievano quei posti poiché lì l’acustica era migliore.
Era bello vedere giovani appassionati di musica vera.
Sono passati tanti anni da allora, ma sabato sera ho riprovato quella stessa sensazione andando ad assistere nella nostra zona al concerto di un’orchestra giovanile di 52 elementi. Che bello vedere quei giovani che, prima dell’esibizione, si nascondevano negli angoli dell’edificio a provare e riprovare i passaggi più complessi, che leggevano gli spartiti, studiavano, si appassionavano e soprattutto si impegnavano, per poi dare, tutti insieme, un risultato emozionante, da brividi.
Che bello vedere che c’è ancora gioventù che coltiva passioni vere, difficili, che ti accrescono culturalmente e umanamente.
Di fronte a quello spettacolo di emozioni mi è venuto da pensare: chissà, forse la nostra società ha ancora una speranza, forse nel futuro non ci sono solo telefonini, Netflix, social, alcool e droga.
Ci sono anche giovani che credono ancora nell’impegno, nel sacrificio, nell’arte vera e nelle emozioni profonde.
Saranno anche in pochi, ma ci sono e mi danno speranza.
La bellezza salverà il mondo, forse.
Piero Uboldi
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