Quando ero più giovane di adesso ho sempre invidiato che aveva una memoria da elefante. Sì, perché io, al contrario, ho sempre avuto una memoria selettiva che funziona in modo semplicissimo: si ricorda solo le cose importanti e dimentica tranquillamente tutto il resto. Detta in altre parole, ho poca memoria, da sempre.
Spesso mi capita, per esempio, di incrociare una persona che so di conoscere, ma non ricordo assolutamente chi sia e dove l’ho vista in passato. Le brutte figure sono inevitabili, lo so, ma non è colpa mia.
Col passare degli anni, però, ho imparato ad apprezzare questa scarsità di memoria, perché ha dei risvolti davvero utili: innanzitutto, se mi capita qualcosa di spiacevole, il giorno dopo è già bello che sepolto, ma soprattutto la scarsa memoria è utile la sera quando mi siedo con la moglie sul divano a guardare un film: quando sono io a sceglierlo, spesso lo guardo con grande coinvolgimento e, quando siamo ai titoli di coda, la mia dolce metà mi dice: “Lo sai che l’avevamo già visto, vero?”. Io la guardo stupito, e lei si mette a ridere.
Così me lo sono goduto due volte! Di recente mi sono messo a rileggere un libro di Dan Brown che avevo già letto, tutto incentrato su Dante Alighieri, molto bello. Non ricordavo la trama, ma ricordavo benissimo il finale. Peccato che… il finale è completamente diverso da quello che ricordavo, ed è stata una vera sorpresa.
Insomma, avere poca memoria ha i suoi aspetti positivi. In fondo, basta avere una buona agenda e tante fotografie e si vive bene lo stesso!
Piero Uboldi
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