Sfogliando i giornali del mercoledì (quelli di carta, sia chiaro, perché non c’è niente di più bello che leggere un giornale sulla carta), scopro che il 40% di tutte le specie di insetti è a rischio di estinzione a causa dei cambiamenti climatici, dei pesticidi e dell’inquinamento.
No, non illudetevi, in quel 40% non ci sono le zanzare, ci sono però i collemboli. “E chi se ne frega se scompaiono i collemboli! – direte voi – Non sappiamo neppure dove vivono!”.
Vivono sotto i nostri piedi, in qualunque prato e terreno, sono dei piccolissimi vermi che trasformano la terra in humus, sono fondamentali per la catena alimentare.
Se spariscono i collemboli (ma anche se spariscono le api) siamo nei guai. Eppure questi simpatici collemboli stanno cominciando a sparire a causa dell’inquinamento. E allora la vicenda della Tav mi fa arrabbiare.
Voi direte: “E cosa c’entra la Tav coi collemboli?!”. C’entra, c’entra.
C’entra perché sempre mercoledì ho letto le motivazioni per cui la Tav non si deve fare e ho scoperto una cosa pazzesca: secondo la relazione in mano al governo, la Tav non si deve fare (anche) perché, se mettessimo tutti i camion diretti in Francia sui treni, lo Stato venderebbe meno gasolio e ci perderebbe un sacco di soldi in accise.
Capite la follia? Bisogna inquinare di più, perché se no lo Stato perde soldi! Così lasciamo morire i collemboli e le api, ma vendiamo più gasolio.
Io non sono in grado di dire se la Tav vada fatta o meno, ma non accetto la motivazione che non si deve fare la Tav perché se no non si vende il gasolio. E’ come dire che non si deve investire in un farmaco anti tumorale perché se no muore meno gente e l’Inps deve pagare più pensioni!
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