Domenica (e solo domenica) si aprono le urne e gli italiani sono chiamati al voto. In alcuni comuni si deve scegliere (anche) il nuovo sindaco, negli altri si vota soltanto per eleggere il nuovo Parlamento europeo. C’è da scommettere che, laddove non si elegge il sindaco, saranno molte le persone che decideranno di non andare a votare. C’è chi lo farà per pigrizia, chi perché preferisce il weekend al mare, chi perché si dice schifato dalla politica e non si riconosce in nessun partito.
Io andrò a votare. Non importa per chi voto, ma andrò a votare e cercherò di farlo con intelligenza. Sì, perché è troppo facile lamentarsi che l’Europa ci opprime e poi, quando è il momento di mandare qualcuno in Europa a far valere le nostre ragioni, starsene a casa in silenzio. Io preferisco votare, ma non a caso. Non basta indicare il simbolo di un partito, bisogna anche indicare le preferenze. Bisogna informarsi, leggere, ascoltare, perché è vero che ci sono politici ladri e fannulloni, che vengono eletti in Europa e poi neppure ci vanno. Ma ci sono anche politici seri, che in Parlamento ci vanno, che lottano e fanno valere le ragioni dell’Italia. Questa è la gente da scovare, questa è la gente da mandare a Bruxelles, gente che abbia voglia e tempo per darsi da fare davvero. Avete ancora un paio di giorni: sfogliate la lista del partito che volete votare, qualunque sia, leggete i nomi dei candidati nel nostro collegio, andate in Internet e scoprite che cosa si dice di loro. Sono sicuro che qualcuno vi piacerà più degli altri. Ecco, avrete trovato il vostro uomo o la vostra donna.
Piero Uboldi
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