Qualche anno fa sono andato a visitare Kaliningrad, discutibile città della Russia baltica. Sono arrivato in aeroporto e ho preso un taxi che mi ha portato fino in centro. Quando sono sceso dal taxi e ho respirato l’aria cittadina di Kaliningrad, è stato come entrare nella macchina del tempo e precipitarmi più di quarant’anni indietro, a quando ero bambino. Perchè? Perchè l’aria di Kaliningrad puzzava di smog e nafta esattamente come l’aria dell’hinterland milanese di quando io ero giovanissimo.
Io non ricordavo più quella puzza, l’avevo completamente rimossa, ma appena l’ho ri-percepita è stato come fare un balzo indietro nel tempo. Perchè gli odori sono un elemento potentissimo per il nostro cervello: pensate all’allarme che ci scatta istintivamente appena sentiamo odore di gas… Gli odori, buoni o cattivi che siano, sono un pezzo del nostro bagaglio culturale, dei nostri ricordi, perfino dei nostri affetti.
La ricercatrice inglese Cecilia Bembibre ha deciso di creare una “Biblioteca degli odori antichi”, quegli odori che riattivano ricordi nel nostro cervello ma che ormai si stanno perdendo, come l’odore dei libri, l’odore dei vecchi guanti di pelle, l’odore di muffa nei palazzi storici… Noi aggiungeremmo anche l’odore delle matite nelle vecchie cartolerie e l’odore tra l’acido e lo stantio di quando si andava in latteria. Posti e odori che stanno scomparendo.
Pensate che bello entrare in una biblioteca e, anziché aprire un libro, chiudere gli occhi e percepire un profumo che non si sentiva più da anni: ci risveglia ricordi e sensazioni che credevamo persi, davvero come entrare in una macchina del tempo.
Piero Uboldi
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