“La storia insegna che quando i popoli barattano la propria libertà in cambio di promesse di ordine e di tutela, gli avvenimenti prendono sempre una piega tragica e distruttiva”.
Così ha detto il Presidente Mattarella in occasione del discorso tenuto il 25 Aprile.
Parole senza dubbio condivisibili, che però inducono noi, gente di periferia e di provincia vicina a Milano, a una pesante riflessione.
Molti organi di stampa hanno sintetizzato il discorso di Mattarella col titolo “Non si baratta la libertà con l’ordine”.
Orbene, tutti sappiamo cos’è il baratto: io ho una cosa e la do a te in cambio di un’altra cosa. Io ho la libertà, la do a te in cambio dell’ordine.
Detta così, sembra quasi che si debba fare una scelta tra l’ordine e la libertà, e questo non mi sta bene, questo non è ciò che ha detto Mattarella.
L’ordine e la libertà non sono alternative, questo purtroppo troppa gente non lo capisce.
La libertà è fondata sull’ordine, perché la libertà deriva dal rispetto delle leggi democratiche. Oggi noi non siamo liberi, non prendetemi in giro dicendomi che lo siamo.
Quando esco di casa, devo mettere l’antifurto per tutelare la mia libertà della proprietà, quando vado in vacanza ho l’ansia che succeda qualcosa, quando un prepotente mi aggredisce so già che non passerà un giorno in galera, quando un truffatore raggira un mio parente anziano so che al massimo sarà denunciato e continuerà a truffare altri anziani… No, io non sento tutelata la mia libertà di essere una persona civile.
Io non baratterò mai la libertà con l’ordine, perché mi puzza tanto di fascismo, ma oggi ho la netta sensazione che in Italia non ci siano né ordine né libertà.
E su questo si deve riflettere.
Piero Uboldi
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