La Pasqua di quest’anno è la prima che noi Italiani possiamo trascorrere serenamente, dopo che per due anni ci è stata rovinata dal Covid e l’anno scorso dalla paura di una guerra non lontana dai nostri confini. Il Covid ormai sembra essere alle nostre spalle, ma la guerra, purtroppo, no.
Non è passata, non è finita, l’abbiamo semplicemente messa in disparte per non pensarci, magari invocando la pace a tutti i costi, dimenticando che c’è una nazione che ne ha invasa un’altra e un popolo fiero che si rifiuta di arrendersi e perdere la sua libertà.
Io non credo che sia giusto far finta di dimenticare quella guerra, perché ogni giorno la Russia continua a spedire decine di missili e di droni kamikaze contro gli ucraini, colpendo spesso la popolazione inerme, gente che vive la sua vita come noi.
Va bene trascorrere una Pasqua serena dopo anni così difficili, ma non dimentichiamo che c’è ancora chi soffre, chi ha paura per la sua vita o per i suoi figli che combattono al fronte. Non dimentichiamo che il popolo ucraino ha ancora bisogno del nostro aiuto e della nostra vicinanza. Continuiamo a sostenerli attraverso quelle associazioni che ancor oggi con coraggio inviano aiuti. Non invochiamo una pace incondizionata che sarebbe una resa. Bisogna chiedere sì la pace, ma una pace giusta, perché… se dopo un anno di guerra della Germania nazista avessimo invocato la pace e basta, oggi in che mondo vivremmo?
Piero Uboldi
Clicca qui per la nostra edicola digitale
Per restare sempre aggiornato con le nostre notizie,
puoi iscriverti gratuitamente al nostro Canale Telegram
oppure per i nuovi video pubblicati puoi iscriverti al nostro Canale Youtube