Negli ultimi quindici anni mi sono dovuto occupare moltissime volte, purtroppo, di aziende che hanno chiuso i battenti, o hanno ridotto notevolmente il proprio personale. Migliaia di posti di lavoro persi nel raggio di appena 10 km, che si sono aggiunti, naturalmente, ai tantissimi altri persi in tutta Italia. Colpa della crisi, di oggettive difficoltà di mercato e, in qualche occasione, anche di amministratori incapaci o disonesti, che hanno portato nel baratro le loro aziende. Ma c'è un'azienda che resiste e paradossalmente è proprio la peggiore in assoluto: si chiama “Stato Spa”, una società di cui tutti siamo azionisti anche controvoglia, attraverso infinite forme di tassazione. Si tratta di un'azienda piena di esempi di inefficienza, di rami secchi ed improduttivi, di voci di spesa inutili e, naturalmente, anche di molti amministratori incapaci e pure di qualche disonesto, che talvolta balza agli onori delle cronache per un arresto o una denuncia. Però la “grande azienda” resiste, non si perdono posti di lavoro e anzi, soprattutto a certe latitudini, si continua allegramente ad assumere ingrassando lo “stipendificio” e dando vita ad una nuova forma di disparità sociale, tra chi ha un posto di lavoro ipertutelato e al riparo da qualsiasi crisi e chi invece, magari lavoratore integerrimo, paga sulla propria pelle gli errori altrui. Potrà durare ancora a lungo?
Gabriele Bassani
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