Settimana scorsa il Notiziario ha scritto di alcuni extracomunitari che hanno occupato un appartamento privato in un palazzo. Il proprietario ha chiamato i carabinieri ma questi, senza un mandato del giudice, non hanno potuto procedere allo sgombero.
Parlando poi col titolare di uno studio legale, ci ha confermato con amarezza: “Si figuri, anni fa hanno occupato una casa di mia proprietà (in cui vivevo!) e, pur avendo uno studio legale, ho impiegato tre anni e mezzo a ottenere lo sgombero perché c’era una donna incinta”.
Tre anni e mezzo in cui, ovviamente, ha dovuto pagare le tasse su quella casa occupata.
Se fossimo in un regime comunista, occupare case avrebbe senso; se il popolo italiano avesse scelto come forma democratica il comunismo, sarebbe giusto agire così.
Ma il popolo italiano ha scelto il liberismo, che prevede la proprietà privata e la sua tutela. Perché, allora, chi ha una proprietà privata non deve avere il diritto di vederla tutelata? E soprattutto: perché il proprietario deve ricorrere alla Magistratura per far intervenire i carabinieri, anziché essere chi la occupa che, una volta sfrattato dalla casa occupata, ricorra al Magistrato se ritiene che siano stati lesi i suoi diritti? L’Italia mi sembra tanto un Paese che va al contrario.
E, ciliegina sulla torta, poco fa ho saputo che nello stesso palazzo in cui è stato occupato l’appartamento, nei giorni scorsi ne è stato occupato un secondo, sempre da extracomunitari. Viva l’Italia, viva il comunismo “fai da te”.
Piero Uboldi
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