C’è una mia amica che sostiene che “un uomo vero deve saper usare il martello”. Non sorridete, non ci sono doppi sensi nelle sue parole, nella sua genuinità intende proprio quello che dice: l’uomo dev’essere uomo, deve saper usare il martello, il trapano, il cacciavite e magari anche, se è un Uomo con la U maiuscola, il flessibile.
Secondo lei, che è ancora piuttosto giovane ma di uomini ne ha conosciuti, oggi noi uomini ci stiamo “femminilizzando”: ci riempiamo di tatuaggi per far vedere la nostra mascolinità perché non siamo più capaci (in molti casi) di farla vedere in quelle cose che rendono davvero uomo un uomo.
“Ma perché – le chiedo io – secondo te un uomo per essere tale deve saper fare lavori maschili? Cosa cambia questo nell’essere uomo?”. Lei mi risponde che è scritto nelle leggi della natura: l’uomo è la figura che deve saper costruire la famiglia, proteggerla e prendersene cura, anche nelle piccole problematiche domestiche.
Non vuol dire che un uomo che lavora in ufficio al computer o che fa il cuoco non sia un vero uomo, assolutamente no, ciò che lei cerca di spiegarmi è che l’uomo non deve delegare ad altri certi compiti domestici e familiari. Più sostanza e meno apparenza, insomma.
Non so che cosa ne pensiate voi, io con martelli e cacciaviti me la cavo pochino, però le parole di questa amica mi fanno riflettere: forse è vero che gli uomini di oggi sono sempre più apparenza (e selfie) e meno sostanza e che, quando si trovano ad affrontare i problemi grossi in famiglia, non sempre ne sono all’altezza.
Piero Uboldi
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