Da due mesi esatti in Italia stiamo assistendo a un triste spettacolo: le forze politiche cercano di accordarsi per formare un governo, però non ci riescono a causa di veti e antipatie.
Ma stanno quasi tutti recitando una parte, perché sapevano benissimo, quando votarono l’attuale legge elettorale, che sarebbe finita così.
Perfino noi, che di politica capiamo poco, su queste colonne l’avevamo scritto mesi prima delle elezioni che sarebbe finita così, che era una legge per non far vincere nessuno.
Sì, perché in Italia vige la regola del “Muoia Sansone con tutti i filistei”, ossia: “Piuttosto che far vincere le elezioni al mio avversario, meglio che non le vinca nessuno e che l’Italia vada a rotoli”. Già, a rotoli, e ce ne accorgeremo presto perché, se non si elegge in fretta un governo che prenda provvedimenti seri, la prima conseguenza sarà che scatterà l’aumento dell’Iva e tutti dovremo mettere mano al portafogli.
Eppure sarebbe così facile far funzionare le cose… guardate come funziona bene la legge elettorale per i sindaci: tanti candidati, tante coalizioni, poi i primi due vanno al ballottaggio e chi vince ha un’ampia maggioranza per governare cinque anni. Punto. Funziona benissimo, troppo bene, perché toglie ossigeno agli intrallazzoni della politica e ai loro giochetti. E allora per il governo nazionale quella legge non va bene: meglio fare andare tutto a rotoli che far funzionare l’Italia. Muoia Sansone con tutti i filistei.
Piero Uboldi
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