Da lunedì 21 dicembre sarà vietato spostarsi fuori dalla propria regione per limitare il propagarsi del virus. Una decisione che ci fa arrabbiare, ma che ha un senso, visto il difficile momento che stiamo vivendo. Purtroppo, però, c’è chi non ha capito la gravità della situazione e si comporta “da italiano”. Ossia: se fanno una regola, io non cerco di capire perché la fanno, ma cerco di capire come aggirarla.

E’ così che da più parti mi preannunciano che tra oggi e domenica ci sarà una sorta di esodo di massa dalla Lombardia verso altre regioni, in particolare del sud, esattamente come avvenne a marzo, quando molti fuggirono prima del lockdown e portarono il virus in ogni angolo del Paese. A quanto pare, la lezione di marzo non è servita a nulla e in questi giorni si ripeterà il fenomeno.
Addirittura, mi raccontano che in qualche scuola, siccome le lezioni finirebbero quando è già attivo il divieto di uscita dalla regione, sono stati escogitati degli stratagemmi, tra assemblee e inviti agli studenti con difficoltà a far lezione a distanza, per fare in modo che non sia obbligatoria la presenza in classe, così da avere il tempo di lasciare la Lombardia prima del blocco agli spostamenti.
Io non voglio credere che sia vero, che sia questa la motivazione reale ma se fosse vero… ci sarebbe da meditare molto: se è questa l’educazione che diamo ai nostri ragazzi, ci meritiamo solo che il virus ci estingua.
Piero Uboldi
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