
Vi ricordate la peste bubbonica? Sì, il terribile morbo della “Peste nera” che tra il 1346 e il 1353 causò (si stima) venti milioni di morti nel mondo, una tragedia medievale narrata in innumerevoli romanzi e film. Ebbene, questo pauroso morbo è tornato, è lì dietro l’angolo, in Asia centrale. Due casi di peste bubbonica sono stati registrati nella Mongolia interna, una regione della Cina: si tratta di due giovani che avrebbero contratto la peste mangiando carne cruda di marmotta.

Ora sono ricoverati in ospedale, uno dei due è in condizioni critiche e in tutta la regione è stato vietato il consumo di carne di marmotta. Tutto ciò solo otto giorni dopo la notizia arrivata dalla Cina della scoperta di un nuovo virus molto pericoloso, di origine suina.
Perchè vi raccontiamo tutto questo? Per spaventarvi? No, semplicemente per farvi capire che il Covid che ci sta rovinando le vite non è un nemico tanto sorprendente, purtroppo. Di nemici ce ne sono molti. Il vero problema è il progresso: un tempo non esistevano aerei e vacanze di massa in giro per il mondo e dunque i virus avevano molta più difficoltà a diffondersi, quasi sempre si esaurivano nell’area in cui emergevano. I nemici ci sono sempre stati, ma erano circoscritti.
Adesso basta un cinese qualunque che salga su un aereo o un turista qualunque che giri il mondo e rischia di esplodere una pandemia di cui ci accorgiamo solo quando è già arrivata.
Non basta, dunque, sconfiggere il Covid, occorre capire che il progresso ha effetti collaterali, che il mondo è globalizzato nel bene ma anche nel male. Di pandemie ne accadranno ancora, purtroppo, è inevitabile. Ma le prossime volte dovremo farci trovare più preparati.
Piero Uboldi
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