La tragedia che si è consumata settimana scorsa a Roma con la morte di un bimbo in un incidente stradale ha acceso i riflettori su una realtà che molti di noi adulti non conoscevano bene: quella delle sfide video che si svolgono su YouTube, la piattaforma web dove si trovano canali in cui vengono caricati una montagna di filmati di ogni genere.
I ragazzi coinvolti nel tragico incidente di Roma stavano girando un video per mostrare che erano in grado di vivere per 50 ore consecutive su un’auto di lusso (una Lamborghini presa a noleggio).
Molti di voi penseranno: “Ma che imbecillità è? Ma vadano a lavorare o a studiare!”. In realtà l’aspetto sconcertante della vicenda non è solo che loro pubblichino simili video, perché il loro canale aveva 600mila follower e dunque quelle sfide “idiote” e a volte pericolose portavano a loro non pochi soldi.
L’aspetto più sconcertante è che ci sono 600mila persone che li seguivano nelle loro assurde imprese.
Il problema è che di situazioni simili ce ne sono un’infinità, perché la nostra società sta degenerando: chi fa l’idiota, chi urla e chi è incivile è premiato più di chi si comporta seriamente. E’ questo il vero dramma. Per capire di fronte a che fenomeno siamo, pensate che su YouTube ogni minuto vengono caricate 500 ore di video, 720mila ore di video al giorno; se una persona volesse monitorare quei video, le servirebbero 82 anni di lavoro (lavorando 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno) per vedere i video caricati in un solo giorno. Insomma, un fenomeno a valanga che ci sta travolgendo.
Piero Uboldi
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