Mentre tutto il mondo, calcistico e non, aveva lo sguardo puntato sulla finale dei Mondiali di calcio, il pallone italiano viveva un nuovo terremoto, con le dimissioni del capo degli arbitri Alfredo Trentalange che si dimetteva in seguito alla vicenda partita da Garbagnate.
Arbitri, dimissioni di Trentalange e l’arresto di D’Onofrio a Garbagnate
Sì, perché abita a Garbagnate il Procuratore capo dell’Aia, l’Associazione degli arbitri del calcio, arrestato per traffico internazionale di droga. Una vicenda che dopo settimane di forti tensioni, ha portato durante il fine settimana alle dimissioni di Alfredo Trentalange, nominato alla presidenza Aia all’inizio del 2021. I nodi erano venuti al pettine a partire dallo scorso 10 novembre, con il procuratore capo Aia, Rosario D’Onofrio, arrestato insieme ad altre 41 persone dalla Gdf di Firenze per una maxioperazione sul traffico internazionale di droga.
Le dimissioni di Trentalange dalla presidenza Aia
La vicenda ha dell’incredibile, poiché Rosario D’Onofrio era già agli arresti domiciliari, ma l’Associazione Arbitri non lo sapeva e così, mentre lui era agli arresti, lo aveva addirittura nominato a capo della sua Procura, praticamente il Pubblico ministero capo, ossia il capo dell’ufficio che indaga su eventuali irregolarità degli arbitri. D’Onofrio si era subito dimesso dalla carica e il 12 novembre, il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina aveva chiesto a Trentalange un rapporto sulla modalità di selezione del procurato capo dell’Aia. Il 9 dicembre, la Procura della Figc, dopo aver esaminato la documentazione della Direzione distrettuale antimafia, aveva notificato la chiusura delle indagini su D’Onofrio. Dall’inchiesta erano emersi comportamenti rilevanti da parte del presidente Aia, Trentalange. Domenica, 18 dicembre, le dimissioni di Trentalange e la presa in carico dell’Aia da parte del vice di Trentalange, Duccio Baglioni, che scongiura il commissariamento dell’Associazione arbitri.
Redazione web
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