In queste ore sta facendo un gran discutere in Rete e non solo l’inchiesta de Le Iene partita da Rho e Cinisello sui cassonetti gialli e gli abiti usati che anziché arrivare a chi ne aveva bisogno sarebbero finiti nelle mani della camorra.
Nei mesi scorsi anche nei nostri comuni sono stati pizzicati dei furbetti che con quei vestiti hanno fatto di tutto anziché destinarli alla beneficenza. A febbraio, un 40enne di Limbiate, originario del Senegal, è stato fermato e denunciato per il reato di traffico illecito di rifiuti non pericolosi e spedizione di rifiuti. In pratica, svuotava i cassonetti e poi rivendeva gli abiti (clicca qui per la notizia completa).
Ma non era certo la prima volta che un furbetto dei nostri comuni finiva nei guai: due anni fa, i Carabinieri di Milano avevano sgominato invece un’altra banda che raccoglieva vestiti porta a porta. Una situazione per cui a Ceriano Laghetto erano corsi ai ripari con una campagna informativada parte dell’Amministrazione comunale.
In queste ore invece l’inchiesta de Le Iene e di Luigi Pelazza dimostra che questo giro frutterebbe milioni di euro. L’inviato di Italia1 ha nascosto un gps all’interno di una borsa, che ha lasciato in uno dei cassonetti gialli di Milano in zona Rho Fiera. Al mattino gli operatori della cooperativa raccolgono i vestiti, che vengono poi smistati in un deposito a Cinisello Balsamo. Da lì ripartono per la provincia di Napoli, e dopo un mese finiscono alla destinazione finale: un’azienda in provincia di Caserta, che rivende in mezzo mondo questi abiti usati.
Clicca qui per vedere il servizio andato in onda domenica a Le Iene.
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