
Per il calcio europeo la nascita della Superlega ha il sapore di uno scisma. Dodici tra i più ricchi club hanno firmato ieri notte l’accordo per l’istituzione di un nuovo campionato continentale sul modello dell’americana Nba (National Basketball Association) e riservato alle migliori squadre iridate d’Europa. Tra i club fondatori, le “tre grandi” italiane Juventus FC, AC Milan e FC Internazionale si sono unite alle spagnole Real Madrid, Barcellona e Atlético Madrid, e alle inglesi Arsenal, Chelsea, Liverpool, Manchester City, Manchester United e Tottenham Hotspur. Altri club potrebbero aderire prima dell’avvio della stagione inaugurale prevista per il 2022-2023.
Il nuovo torneo prevede due gironi composti da 10 squadre ciascuno, che giocheranno partite casalinghe e fuori casa all’interno del girone ogni anno. La “parata di stelle” si sfiderà senza esclusione di colpi ma al momento rischia di mandare in soffitta le storiche competizioni continentali come la Champions League e l’Europa League. La notizia circolava già da tempo ma è deflagrata come una bomba orologeria alla vigilia del Comitato esecutivo dell’Uefa: l’Union of European Football Associations, fondata nel 1954 e responsabile dell’organizzazione delle coppe nel Vecchio Continente ha ribadito il suo secco “no” alla Superlega.
“Il persistente interesse personale di pochi va avanti da troppo tempo. Quando è troppo è troppo”, ha detto l’Uefa che minaccia di espellere dai tornei nazionali e dalle coppe tutte le squadre aderenti alla nuova competizione. Contrarietà è stata espressa anche dalla Fifa (Federazione internazionale di calcio), dall’Unione Europea e da diversi leader politici come il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro britannico Boris Johnson e il segretario del Pd Enrico Letta. Irritati anche il numero uno della Figc italiana Gravina e il presidente della Lega serie A, Dal Pino.
Il presidente del consiglio, Mario Draghi, ha dichiarato che “Il governo segue con attenzione il dibattito intorno progetto della Superlega calcio e sostiene con determinazione le posizioni delle autorità calcistiche italiane ed europee per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport”.
L’annuncio della nascita della Superlega ha generato scompiglio anche tra i tifosi di Saronno con i fan club della città divisi tra chi è favorevole al torneo riservato alle squadre migliori e chi bolla la scelta come un puro affare di business.
Per Marco Ceriani, presidente dell’Inter Club di Saronno: “Se da una parte può essere affascinante l’idea di avere un campionato fra le migliori squadre d’Europa dall’altra si rinuncia un po’ al merito sportivo e diventa solo una questione di business. Da tifoso dell’Inter preferisco vedere giocare la mia squadra ad esempio contro il Manchester piuttosto che contro il Crotone”.
Nessun commento è arrivato da parte del Milan Club Piranha, così come nessun commento dallo Juventus Official Fan Club Saronno mentre Remigio Micillo, esponente del club Napoli Saronno Partenopea, commenta: “Si tratta di una manovra per incrementare gli utili delle società e recuperare le perdite dovute alla pandemia. Per le squadre minori ci sono vantaggi e svantaggi: a livello sportivo vincere un campionato nazionale senza Inter, Juve e Milan conta veramente poco perché si perde molto del fascino delle sfide, dall’altra parte però aumentano per tutti le possibilità di vincere lo scudetto”.
Dal punto di vista economico la Superlega dovrebbe incassare circa 4 miliardi di euro tra sponsor e diritti tv e garantire circa 400 milioni ai club coinvolti, una boccata d’ossigeno alla casse delle società dopo le perdite subite per il Covid. I critici vedono però l’accordo come uno “schiaffo” nei confronti dei club meno ricchi, che pure devono fare i conti con gli effetti della pandemia. E mentre i fan club di città sono in crisi dopo un anno di divieti con la conseguente diminuzione degli iscritti, in Europa si preannunciano cause legali per oltre 60 miliardi di euro. La sfida tra i club calcistici sembra solo all’inizio, palla al centro.
Claudio Agrelli
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